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di Riccardo Fidenzi e Simone Cennamo SINTARIS Roba da poterci rimettere l’orologio, come si suol dire. Dalla Ternana in striscia negativa ti devi sempre e solo aspettare il peggio. Sufficienza e impalpabilità: questi gli ingredienti che consentono ai rossoverdi di rientrare, ogni volta, nei ranghi della mediocrità. E pensare che anche stavolta le premesse erano buone: stadio tranquillo e avversari modesti. Una squadra che dice di puntare ai play off doveva semplicemente vincere. Stasera invece siamo costretti, per l’ennesima volta, a parlare di oltre 200 ternani che tornano a casa inviperiti. Anzi, l’arrabbiatura è roba per pochi ormai. Il sentimento più diffuso è la “rassegnata consapevolezza”, quella di avere a che fare con uno staff (tutti compresi) che non andrà mai oltre l’anonimato. Vincere per poi tornare a perdere, è questo il campionato della Ternana, che alterna partite decorose (non più belle come a inizio stagione) ad altre indecorose (eufemismo). Una squadra senza capo né coda, che non ha assolutamente il piglio per intraprendere una marcia degna di nota e che a nostro avviso non ha alcuna speranza di rientrare nel lotto delle pretendenti ai play off. Venendo ad una rapida cronaca, al 17° i rossoverdi sono già sotto: Bettini avanza verso Visi, la pressione dei difensori rossoverdi è poco convinta e per l’avanti biancoverde non è difficile depositare in rete. La Ternana è poca cosa, prova ne è il fatto che il Pescina rischia di raddoppiare (Visi compie il miracolo su azione simile a quella del gol). Prima dell’intervallo si rendono pericolosi Conca e Di Deo. Nella ripresa la Ternana, a sprazzi, da l’idea di voler provare a raddrizzare le sorti dell’incontro. Ma il Pescina mette la parola “fine” allo sterile possesso di palla rossovere: al 33° Bettini sembra un giocatore del Brasile e manda in gol Capparella; grandi colpe della difesa di Domenicali (apparsa oggi in gravissimo affanno). Qualche tifoso rossoverde, sistemato nel settore ospiti, comincia ad invitare l’intera truppa accorsa in Abruzzo ad abbandonare l’impianto per non assistere più a quello scempio. Più tardi c’è anche il tempo per umiliare definitivamente la tifoseria, arrivata ad Avezzano per sostenere la fuga verso i quartieri alti della classifica: a meno di dieci minuti dal fischio finale arriva anche il 3-0 siglato da Negro. Non si sono persi niente, quindi, gli Ultras della Ternana, che hanno ufficialmente disertato la trasferta per dire “no” a rigurgiti fascisti che, sotto le spoglie di una manifestazione sportiva, stanno provando ad introdursi anche a Terni. Tirando le somme di questa triste giornata, il Pescina preleva altri tre punti dalla Ternana (con quelli dell’andata fanno sei) e può sgomitare per salvarsi. La Ternana, praticamente mai in partita e da dimenticare in tutti i suoi reparti, perde ancora una volta, e per giunta ignobilmente, in uno “stadio modesto” (con tutto il rispetto possibile e senza offesa per la squadra locale, ma fino a sei anni fa giocavamo a Firenze…) e regala altri tre punti ai marsicani, lasciando chiaramente intendere che anche i più ottimisti si dovranno inchinare alla disarmante proprietà rossoverde: quella di riuscire a spegnere qualunque, timido, sogno e di cacciare via quel pubblico che ogni tanto riprova a conferire fiducia a chi indossa il rossoverde. PESCINA VDG (4-3-3): Bifulco, N'Ze, Molinari, Petitti, Birindelli, Locatelli, De Angelis, Giordano, Capparella (Ferraresi 81°), Negro, Bettini. A disposizione: Merletti, DiBella, Caesar, Ferraresi, Caccavallo, Rebecchi, Cipolla All.: Cappellacci TERNANA (4-2-3-1): Visi, Quondamatteo (Perney 73°), Bertoli, Borghetti, Imburgia; Di Deo, Danucci; Concas, Ferrari (Balistreri 46°), Piccioni (Negrini 68°); Tozzi Borsoi. A disposizione: Cunzi, Tedeschi, Camillini, Perney, Confalone, Negrini, Balistreri. All. Domenicali All.: Domenicali ARBITRO: Gambini MARCATORI: Bettini 17°, Capparella 78°, Negro 83° NOTE: Giornata grigia e ventosa. Presenti oltre 200 sostenitori rossoverdi Condividi