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TERNI - Le imprese operanti nel settore del movimento terra “stanno lentamente morendo di fronte all'indifferenza delle istituzioni locali” poiché per loro diventa ogni giorno più difficile e costoso smaltire il materiale di scavo. La denuncia è del presidente del Collegio degli edili Api Terni, Sergio Vincioni, che richiama l'attenzione su una “problematica che si trascina ormai da troppo tempo e che ha messo in ginocchio le aziende del comparto”. “Piu' di un anno fa, precisamente nel novembre del 2006, le Associazioni di categoria del territorio insieme alla Provincia e al Comune di Terni, Arpa e Asm - spiega il presidente - hanno esaminato uno studio di fattibilità tecnico-economico che individuava in una ex-cava ubicata in località Maratta, un possibile luogo per lo smaltimento delle terre e rocce da scavo. Il progetto, però, indicava un sito adeguato, ma con costi di smaltimento troppo alti e insostenibili per le aziende”. Purtroppo, come afferma Vincioni, non ci sono stati ulteriori confronti per verificare la fattibilità dello studio, anche se la cosa più grave è sicuramente il “silenzio delle istituzioni alle nostre richieste di incontro per cercare di risolvere definitivamente la questione”. “Lo scorso mese di novembre - continua - Api Terni ha inviato una richiesta di incontro al Comune, Provincia di Terni e all'Asm, una lettera che ancora non ha ricevuto una risposta”. “Tutto ciò è ancora più assurdo se si considera che la protesta delle aziende - precisa - parte dalla loro necessità di essere messe in condizioni di poter rispettare la legge, anche se, stando ai fatti, tale diligenza sembra non essere gradita alle Istituzioni che non si sono nemmeno degnate di rispondere per aprire un confronto”. “La situazione delle nostre aziende operanti nel settore dell'edilizia - conclude il presidente - diventa ogni giorno sempre più pesante a causa degli elevati costi per smaltire i rifiuti anche fuori Regione, ed abbiamo il dovere di intervenire poiché il problema dello smaltimento delle terre e rocce da scavo non coinvolgere solo il mondo economico, ma anche tutta la società civile: se le imprese del settore dovessero chiudere, dove finirebbero questi materiali?”. Condividi