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Regione Umbria, Comune e Provincia di Terni respingono ''con fermezza'' la volontà della Lyondell Basell di chiudere il sito di Terni entro il 2010. L'annuncio della chiusura entro l'anno è stato comunicato oggi alle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali durante l'incontro a Roma che si è svolto nella sede di Confindustria. ''Per le istituzioni umbre - è detto in un comunicato della Regione - la scelta della Lyondell Basell è inaccettabile e grave e rischia di colpire un territorio, quello ternano, già duramente colpito dalla crisi e un sito come quello chimico che occupa circa 1000 lavoratori tra diretti e indiretti. Secondo Regione Umbria, Provincia e Comune di Terni ci si trova di nuovo di fronte ad una scelta unilaterale della multinazionale che non tiene minimamente conto del contesto in cui opera e delle gravi ricadute sui livelli occupazionali. Una scelta, proseguono i rappresentanti delle tre istituzioni, che colpisce gli insediamenti chimici dell'Italia ridimensionandone capacità produttiva ed occupazione. L'annunciata chiusura del sito ternano - continua il comunicato - riguarda l'intero Paese e deve vedere una risposta ferma di tutti gli stabilimenti italiani, così come giustamente deciso dalle organizzazioni sindacali unitariamente. La vertenza Basell ora deve essere portata sul tavolo del governo ed a questo scopo la Regione Umbria, insieme alla Provincia e al Comune di Terni - conclude la nota - chiede la convocazione urgente di un tavolo nazionale che veda la presenza di tutti i soggetti interessati''. LE REAZIONI “L’annunciata chiusura dello stabilimento ternano della Lyondell Basell entro il 2010 - si dice in una nota del Pd umbro - ha scosso l’intera regione.Il Partito democratico dell’Umbria manifesta solidarietà e vicinanza a tutti i lavoratori coinvolti in questa vicenda. Sono più di 500 i posti di lavoro a rischio. Il Partito democratico dell’Umbria si impegnerà a delineare strategie volte a dare sostegno alla Lyondell Basell, ma occorrono certamente linee di intervento forti e coordinate sia a livello regionale che nazionale. La chiusura di una parte importante di questo colosso mondiale sarebbe una grave penalizzazione per il territorio umbro e in particolare per la zona ternano. La crisi sta provocando un duro smottamento del tessuto aziendale della nostra regione. La crisi strutturale di tanti siti produttivi in Italia è la dimostrazione che politiche adottate finora dal governo sono risultate fallimentari. E’ ora di voltare pagina perché le politiche industriali non hanno bisogno di parole bensì di azioni concrete e serie per tutelare i lavoratori e salvaguardare le aziende”. “Il mio pensiero - dice invece Catiuscia Marini - va alle famiglie che vedono vacillare le loro certezze per il futuro - spiega Catiuscia Marini - e l’impegno da candidata presidente della Regione Umbria è quello di seguire con il massimo scrupolo la vicenda della chiusura della Basell di Terni. Auspico che la dirigenza dell’azienda indietreggi da questo proposito. L’Umbria - sottolinea la candidata - non può permettersi un’emorragia occupazionale di queste dimensioni ed è sempre più necessaria una forte iniziativa coordinata delle istituzioni regionali e nazionali. Sono vicina ai lavoratori dell’azienda - conclude - e sostengo le loro iniziative a tutela dell’impresa sul territorio e dei posti di lavoro”. "Ritengo sia opportuno - dice poi il capogruppo in consiglio regionale Gianluca Rossi - agire con urgenza e richiedere con forza un tavolo nazionale sulle questioni della chimica a Terni e, personalmente, plaudo e mi unisco alle istituzioni umbre che, tutte compatte dal Comune alla Regione, si oppongono alla volontà della Lyondell Basell di chiudere il sito produttivo ternano entro il 2010. La città di Terni ha già dimostrato con la vertenza AST del 2004-2005 quanto sia delicato il rapporto tra multinazionali e territorio e quanto sia viva la necessità di regole chiare e precise, anche a livello europeo, per regolare un equilibrio complesso e fragile che può essere stravolto dall’oggi al domani a causa di fluttuazioni di mercato e scelte di business. Lo stesso amministratore delegato della Tk-Ast Espenhahn ha rassicurato proprio ieri i sindacati che seppur in un contesto internazionale difficile l’azienda “e' in grado di competere in maniera efficace ed efficiente''. E’ quindi possibile costruire anche per la chimica a Terni un nuovo assetto ed un forte rilancio. Oggi la priorità è però salvare il posto di centinaia di persone ed un pezzo altamente significativo dell’economia locale. Dobbiamo tutti fare uno sforzo in più per mantenere alta l’attenzione e proporre percorsi di uscita dall’emergenza. Da dopodomani però il compito che aspetta la nostra Regione (e tutte le amministrazioni) sarà quello di: cercare di rendere attrattivo il nostro territorio per la fidelizzazione delle multinazionali esistenti agendo sull’offerta dei fattori localizzativi, supportare con politiche adeguate la conversione produttiva di aziende in crisi, costruire dei “contratti di insediamento” per creare sinergie con il tessuto locale e favorire la collaborazione nello sviluppo di esternalità positive sul territorio, elaborare misure di accompagnamento e ammortizzatori per i lavoratori da riposizionare. C’è la necessità di un nuovo attivismo dei soggetti collettivi e istituzionali locali, delle nostre classi dirigenti che devono interpretare le migliori opportunità di sviluppo e benessere sostenibili, anche in un’ottica di geometrie di governance territoriale da ridisegnare". Condividi