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ROMA - Si profilerebbe una netta vittoria della mozione 'Epifani' al congresso Cgil, con dati che dovrebbero segnalare un avanzamento del gradimento della mozione 'uno' tra gli iscritti. E' quanto risulta trapela dalle prime indiscrezioni che emergono sulla 'conta' finale dei voti emersi dalle assemblee territoriali e di categoria e che potrebbero essere certificati dalla Commissione di garanzia a breve, forse gia' domani. Alla vittoria superiore alle attese della mozione sostenuta dal segretario si contrappone, infatti, ad un calo dei sostenitori della mozione due, 'la Cgil che vogliamo', soprattutto nella Funzione Pubblica, la federazione guidata da Carlo Podda, uno dei tre principali firmatari della lista alternativa. Dai dati scrutinati, Podda sarebbe infatti in minoranza all'interno della sua categoria dove avrebbe ricevuto circa il 44% delle preferenze. Anche se mancano ancora una manciata di voti da scrutinare, la mozione 'Epifani' nella Funzione pubblica avrebbe infatti ricevuto il 55,6% delle preferenze su un totale di 174.342 voti espressi, sostengono i rappresentanti della prima mozione nella categoria dei lavoratori pubblici Rossana Dettori, Antonio Crispi e Alfredo Garzi. Ma gli scrutini non sembrerebbero essere molto positivi neppure per gli altri rappresentanti principali della mozione:tra i bancari, guidati da Domenico Moccia, la mozione uno sarebbe infatti attorno al 70% e pure tra i meccanici, guidati da Gianni Rinaldini, le preferenze per la mozione rappresentata dal segretario generale della Fiom sarebbe tendenzialmente in calo, passando dall'82% circa ottenuto al 'Congresso ordinario anticipato' del 2004 ad un 70% circa odierno. In totale la mozione due potrebbe alla fine avere meno del 20% dei consensi che aveva in partenza. Questi risultati sono pero' messi in discussione dai rappresentanti della mozione due che oggi avevano anche convocato, e poi disdetta per 'improcrastinabili impegni di Moccia, Podda e Rinaldini', una conferenza stampa per spiegare le ragioni del dissenso. ''Allo stato attuale della raccolta dei dati definitivi del congresso della Cgil, siamo in presenza in alcuni territori, provinciali e regionali, della non certificazione dei risultati da parte della nostra mozione, perche' considerati non credibili con particolare riferimento all'andamento di alcune categorie'' sostengono i rappresentanti della mozione due secondo i quali ''sulla base di questi dati, allo stato attuale, non ci sono le condizioni per la certificazione unanime da parte della Commissione di Garanzia del risultato nazionale del Congresso della Cgil''. In particolare, spiega il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Cremaschi, sabato 20 febbraio la mozione 'la Cgil che vogliamo' ha assunto all'unanimita' alcuni orientamenti sul congresso e conclusioni 'politiche' secondo le quali si appoggiano le scelte ''nelle Commissioni di garanzia territoriali e regionali di non certificare i dati congressuali la' ove si verifichino abnormi crescite della partecipazione, tali da alterare lo stesso andamento del congresso'' e, ''conseguentemente, di non certificare a livello nazionale i risultati complessivi, perche' segnati dai risultati contestati a livello territoriale e regionale''. Dove si contesteranno i risultati congressuali si procedera' all'elezione degli organismi con liste contrapposte e, per quanto riguarda l'elezione dei segretari generali, ''avranno il voto della mozione solo quei dirigenti che si pronunceranno esplicitamente per il governo unitario''. Queste decisioni - assicura Cremaschi - sono state confermate anche dopo il rinvio della conferenza stampa. Condividi