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Il consiglio comunale di Terni ha approvato oggi un atto di indirizzo con il quale si sollecita l'istituzione di un tavolo permanente per la Emicom. In particolare, l'ufficio di presidenza del consiglio comunale e la conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari hanno incontrato oggi pomeriggio a palazzo Spada, prima dell'inizio della seduta del consiglio comunale, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria di Fim, Fiom e Uilm sulla situazione dell'Emicom spa, l'azienda di Maratta, ex Elettromontaggi, per la quale è in atto una procedura di messa in liquidazione. Al termine, la conferenza dei presidenti di gruppo ha elaborato un atto d'indirizzo che è poi stato discusso dal consiglio comunale e infine approvato all'unanimità. Con l'atto d'indirizzo il consiglio ha impegnato il sindaco e la giunta ''ad attivare immediatamente un tavolo istituzionale permanente di crisi, con la presenza dei Comuni di riferimento (Terni e Massa Martana), delle Province di Terni e di Perugia, della Regione dell'Umbria, delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, affinché si possa monitorare costantemente l'attuale situazione e verificare eventuali concrete possibilità di rilancio industriale evitando possibili speculazioni sulle aree interessate a garanzia dei livelli occupazionali oggi a rischio''. E' stato proprio il sindaco Leopoldo Di Girolamo nella fase di discussione dell'atto - riferisce una nota del Comune - a relazionare al consiglio sulla storia del sito industriale e sulle sue vicende più recenti. Il sindaco ha detto che la delibera del 2006 che vincola destinazione d'uso dell'area accanto all'azienda ad attività produttive per dieci anni, ''è una tutela sufficiente, impedendo la realizzazione di superfici commerciali a fini speculativi'' anche da parte di chi vorrà rilevare il sito. La messa in liquidazione, ha detto il sindaco, riguarda 160 lavoratori dei siti di Terni e Massa Martana per 12 mesi. Circa 120 di questi, 60 nel sito di Terni, al termine della cassa resterebbero senza prospettive. Di qui l'urgenza dell'istituzione del tavolo di crisi. Condividi