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di Renato Casaioli TEVERNELLE - La crisi della Trafomec, ha messo in allarme tutta la Val Nestore. Diversi sono i passaggi dell’intesa che non convincono molti lavoratori, che pure l’hanno votata a maggioranza. Così come perplesse sono le forze politiche locali (il PD ha riunito per un pomeriggio intero la sua direzione), sulle motivazioni che l’azienda ha portato in discussione sul tavolo con il sindacato e la Rsu. Infatti in esso si legge: “che la Trafomec, a causa della gravissima crisi finanziaria …. Delle conseguenti negative ricadute di economia reale e di consumi, ha subito una improvvisa e imprevista sensibile contrazione della propria attività” E’ proprio questa motivazione che non convince perché tra le maestranze sono in molti a sostenere che la crisi dell’azienda viene da lontano. Almeno dal 2000, se si vuole fissare una data. Da quel tempo, infatti, l’azienda ha dismesso gradatamente il proprio pool d’ingegneri, di fare ricerca applicata, di fare progettazione, di rinunciare all’innovazione di prodotto che potesse permetterle di stare sempre più in forma competitiva sul mercato. Oggi, sostengono gli operai, si stanno raccogliendo i frutti avvelenati di quelle scelte sciagurate. Dunque, ne sono convinti anche i vertici del PD tavernellese, la crisi globale che sta travolgendo molta parte dell’industria, amplifica i suoi effetti perversi sulla Trafomec, perché ha trovato il gruppo già debilitato. L’accordo di mercoledì scorso, che porterà alla Cassa integrazione in deroga, è un compromesso, che permetterà di accorciare i tempi per l’approvazione della cassa integrazione. L’altro percorso sarebbe stato molto più lungo. Ovviamente tutti i compromessi hanno i loro lati positivi, ma anche i punti critici. Per i prossimi dodici mesi, si è stoppata la volontà dell’azienda di mettere almeno il 50% del personale in mobilità fin da subito. Mobilità che com’è risaputo, è l’anticamera del licenziamento. Questo è l’aspetto positivo. Le motivazioni dell’azienda sono note: sostengono di aver perso la metà del fatturato. “L’accordo facilita – spiega Maurizio Maggi dell’UGL - l’ottenimento della Cassa integrazione in deroga. Ovviamente questa scelta, libera l’azienda dal presentare un Piano industriale almeno nell’immediato. Ora – prosegue – raggiunto questo punto di mediazione, bisognerà costringere l’azienda ad aprire un percorso fatto di periodici controlli e verifiche, che porti alla stesura appunto di un Piano industriale. Atto cui faccia seguito un Piano di investimenti, che possano far intravvedere un futuro produttivo per questo sito”. Nell’accordo che ora passerà al vaglio della Regione, non c’è traccia d’impegni da parte dell’azienda in merito agli investimenti e all’innovazione di prodotto. Non ci sono date, scadenze: “In questa vertenza, partiamo da una sola certezza – sottolinea Maggi – quella che il fatturato è crollato del 50%. Bisognerà vigilare in questi dodici mesi, capire cosa ha in mente davvero la direzione aziendale. La riconquista di quote di mercato passa per le cose che ho detto, non ci sono scorciatoie”. Dunque un’intesa che smentisce l’ottimismo dell’assessore del comune di Panicale, Daniele Torroni, che parla di “crisi aziendale, dovuta alla congiuntura economica”. Il peggioramento della Trafomec, ha tutte le caratteristiche della crisi strutturale. Sull’Eurotrafo, precisa che la situazione è “migliore”, la mono produzione dello statico, conosce una contrazione del mercato minore, attorno al 30%. La Trafomec, ha rappresentato per questo quarto di secolo che sta alle spalle, uno dei pochi esempi di impresa che lavorava su brevetti propri. Dentro, ne è consapevole il rappresentante dei lavoratori, un panorama industriale umbro, specialmente quello della provincia perugina, che vede in grande maggioranza un’industria che lavora su commesse. Per questa ragione, un apparato produttivo caratterizzato da una fragilità maggiore, perché esposta a tutti i contraccolpi che derivano da crisi che nascono altrove. Per questa ragione, l’Umbria non si può permettere il lusso di perdere un’industria come la Trafomec. Condividi