di
Daniele Orlandi
Doveva essere la giornata del dentro o fuori, col Perugia chiamato a dare una svolta al suo campionato anonimo e, in trasferta, persino mediocre. Alla fine è stato 0-0 e se da un lato il pareggio, anche per come sono andati gli altri risultati, non taglia del tutto fuori i Grifoni dalla corsa ai play off; dall’altro, il modo in cui è arrivato, non alimenta grandi prospettive sulla capacità di questa squadra e di chi la dirige di reinserirsi con autorevolezza nella lotteria degli spareggi, obiettivo per il quale servirebbe ben altra capacità di cambiare il passo e governare le partite.
Troppo poco ha fatto il Perugia per dimostrare la autorevolezza e la personalità di una squadra chiamata a vincere anche lontano dal Curi. Nella ripresa, come in quasi tutte le precedenti trasferte, la squadra si è rattrappita in attesa degli eventi e il Monza ha potuto anche costruire situazioni pericolose, sulle quali ha messo una pezza il solito Benassi.
Stavolta, a differenza di molte altre trasferte, il Perugia è riuscito a non perdere la partita, e anzi, negli ultimi secondi, Menassi ha avuto sui piedi anche il colpo del possibile ko (che sarebbe stato tanto immeritato, quanto prezioso). Ma il punto serve praticamente a poco perché la quinta resta 4 punti sopra e il Perugia ha ben sette squadre davanti. Se questo punto può significare qualcosa lo dirà comunque la trasferta di Viareggio, dopo la pausa: solo se il Grifo riuscirà a strappare i tre punti in Versilia, potrà rendere meno affannosa e disperata la sua rincorsa a chi la precede.
La sosta chiama Zaffaroni a studiare, con i nuovi arrivi del calciomarcato di gennaio, soluzioni tattiche e formazioni diverse, che possano dare al Perugia la svolta decisa che serve, anche se i nuovi arrivi (al contrario di quanto è avvenuto in altre squadre, come per esempio Varese e Ternana) sono tutti giocatori non pienamente utilizzabili per stato di forma o disabitudine all’impegno agonistico e, quindi, non in grado di essere subito decisivi.
Sulla capacità del tecnico biancorosso di mettere un valore aggiunto nell’asfittico gioco del Perugia, si misureranno le sue possibilità di smentire chi dice che, rispetto alla mediocre gestione Pagliari, Zaffaroni non ha prodotto alcuna sostanziale novità.
Lo sperano (ma sempre meno ci credono) i tifosi; e lo spera anche Covarelli che, come spesso gli accade, prima prende decisioni importanti (la scelta di Pagliari alla fine della scorsa stagione) senza l’avvedutezza che servirebbe; e poi se ne pente e riconosce pubblicamente l’errore, salvo ripeterlo alla prima occasione successiva (Zaffaroni non era l’allenatore di personalità ed esperienza che serviva per raddrizzare la stagione dopo l’esonero di Pagliari).
Questi errori in serie si pagano e, a parte tutte le difficoltà finanziarie in cui si dibatte la Società, è evidente che non può bastare il Perugia fin qui visto lontano dal Curi a sovvertire un trend che non porta lontano.
MONZA WESTERWELD,TUIA,BARIJE,ERAMO,FIUZZI,CUDINI,IACOLPINO.ZEDI,SAMB(STEFANO,IKAMBE(VIOLA) ,QUALEMBO—ALL. CEVOLI
PERUGIA: BENASSI,TACCUCCI, BONOMI , PERRA ,PAGANI, ACCURSI, STAMILLA (CAZZOLA), MENASSI, DOCENTE,BONDI, (LACRIMINI), MARTINI (PAPONI), ALL. BUZZI-ZAFFARONI
ARBITRO: ROS di PORDENONE (RAIMONDI E COLELLA)
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