di Daniele Bovi
“In Umbria cresce l’energia”. Pannelli solari? Una centrale nucleare? No, è lo slogan con cui Catiuscia Marini, delfina prediletta di Maria Rita Lorenzetti, ha dato ufficialmente il la ieri mattina all’hotel Brufani di Perugia alla sua campagna in vista delle primarie. La resa dei conti a base di “grandi elettori” e truppe cammellate che andrà in scena domenica dalle 7 alle 22. Che nessuno però dica, come ha fatto dimettendosi Alberto Stramaccioni (l’unico o quasi, durante l’ultima assemblea, ad aver detto qualcosa di senso compiuto), che le primarie, che queste primarie organizzate nel giro di una settimana, rappresentano l’ultima spiaggia di un classe dirigente che ha discusso per sei mesi intorno ad un nome senza mettersi d’accordo. E che quindi ha fallito.
In questo maxi cortocircuito democratico può succedere anche, in un lampo, che chi era ferocemente contrario alle primarie ora le vuole, fortissimamente le vuole. ''Le primarie non sono – ha detto la Marini - un atto di deresponsabilizzazione della politica e dei gruppi dirigenti del Pd, ma possono invece contribuire a far uscire il partito dal rischio di una discussione asfittica, provando a recuperare una sintonia con elettori e simpatizzanti''.
E può succedere pure che chi era accusato (i bersaniani) di essere il campione della conservazione, “il partito degli amministratori” dicevano, ora si proponga come l’alfiere di ''un profilo identitario - aggiunge la Marini - caratterizzato soprattutto sul fronte dell'innovazione, non solo programmatico”. Il rischio vero, in questi pochi giorni, è quello di mandare il cervello all’ammasso andando dietro a delle banalità disarmanti. Intanto l’unico competitor rimasto della Marini, Gianpiero Bocci, ha annunciato che giovedì alle 11.30 presenterà il suo programma e la sua campagna elettorale che, lo ricordiamo, terminerà circa 48 ore dopo. E’ il primo caso al mondo di campagna electoralis precox. Roba da Superquark.
Sia Catiuscia Marini che Gianpiero Bocci, ovviamente, cercano di dare un tono "unitario" alla loro candidatura, sebbene nell’aria si respiri già profumo di derby Ds-Margherita. Tutto, alla fine, torna là dove era iniziato. Ma neanche questo è vero fino in fondo: le vecchie appartenenze, comprese quelle delle mozioni congressuali, si sono liquefatte e mescolate fra di loro. L’ex sindaco di Todi, come detto, non si sente e non vuole neanche essere la candidata dei bersaniani ma di tutto il partito: “Nelle prossime ore si renderà visibile a tutti che sulla mia persona si sta realizzando un percorso di ricomposizione unitaria del Pd umbro. In moltissimi saranno con noi in quest’ultimo miglio”.
Intanto, per sua stessa ammissione, insieme a lei ci sono Renato Locchi, il sindaco di Perugia Boccali e quello di Terni Di Girolamo “più molti altri di tanti centri minori della regione”. A tenere banco durante la conferenza stampa c’è ancora il caso Agostini, il senatore che ieri ha ritirato la sua candidatura lanciando strali pesantissimi contro il suo stesso partito: “A questi crediamo di poter dare una risposta – dice la Marini -, raccogliendo in pieno questa sfida sul versante dell'etica della politica''.
Sul piano programmatico, pur precisando che una vera piattaforma andrà elaborata con gli alleati della coalizione, l’ex sindaco mette sul piatto intanto una serie di punti aperti ai contributi di tutti. Dai diritti dei singoli, che dovranno essere al centro di tutte le politiche, all’incoraggiare la società e l’economia della conoscenza fino alla cultura assunta come vero e proprio modello di sviluppo. Sul fronte economico poi “c’è da combattere – dice la Marini – l’indebolimento del nostro sistema produttivo”. Al centro dell’impegno della Marini poi ci saranno “i diritti civili delle persone, la partecipazione e la trasparenza”. Miele per i palati della mozione Marino, che ieri sera dopo un lungo coordinamento ha deciso infatti di appoggiare proprio Catiuscia Marini.
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03/02/10
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