di Daniele Bovi
L’ultimo giapponese prende atto che la guerra non era finita per niente e, quel che è peggio, che erano i suoi stessi commilitoni a sparargli addosso. Destabilizzazione, doppiezza, slealtà, trasformismo, cinismo d’accatto, nani (politici) e populisti di destra. Sono solo alcune delle cannonate che l’ormai ex candidato alle primarie Mauro Agostini ha sparato contro i suoi compagni di partito, specialmente contro quelli di Area Democratica (la mozione con cui ha condiviso il percorso congressuale). E specialmente contro Gianpiero Bocci. In una sala della sede regionale del Pd affollata di amici, colleghi, compagni di partito, parlamentari e qualche sindaco, Agostini legge velocemente una paginetta che è un vero atto d’accusa contro la sua stessa mozione.
Dopo essersi preso il merito di aver raggiunto l’obiettivo delle primarie Agostini parte all’attacco: “Da importanti settori di Area democratica, cioè da coloro con cui ho condiviso con lealtà il percorso congressuale, è venuta un’azione di destabilizzazione della mia candidatura per mano di chi aveva incoraggiato e sostenuto la candidatura stessa. Mi rendo conto solo ora, colpevolmente, che quel sostegno era ispirato a doppiezza e slealtà, nella convinzione che alle primarie non si sarebbe comunque arrivati”. Il senatore poi se la prende anche contro una dichiarazione di Marina Sereni di sabato pomeriggio: “Se dalla riunione dell’area Bersani in corso in questo momento – aveva detto la Sereni – uscisse non il nome della Marini ma quello di Bottini, Bocci si ritirerebbe e sosterremo lui”. Una dichiarazione che Agostini commenta con poche righe: “Manovra politica allo stato puro senza alcun riferimento non dico di carattere valoriale ma neanche programmatico. Ciò che mi ferisce è questo cinismo d’accatto che fa tornare in mente l’antico aforisma di padre Balducci: quando i nani fanno le ombre lunghe è l’ora del tramonto”.
Tutti comportamenti che Agostini indica come tipici “della destra populista e trasformista”. Solo ieri mattina il senatore era a Narni per dare il via alla sua campagna elettorale. I manifesti erano già pronti, l’entusiasmo alle stelle. Un capitale che, però, Agostini non ha la minima intenzione di disperdere. Se la battaglia è persa, la guerra è ancora tutta da combattere: “A questo punto io non mi fermo. Ho delle responsabilità politiche e morali. In questi giorni ho ricevuto centinaia di sms, mail e telefonate d’affetto. Questa iniziativa andrà avanti”. Il come è lui stesso a spiegarlo. Quello che Agostini ha in mente è una associazione che si rivolge “a quei settori del Pd e a quelle forze della società regionale che ritengono ormai improcrastinabile, per l’interesse dell’Umbria, un nuovo modo di fare politica”. Agostini insomma vuole continuare la lotta, ma con le armi “della lealtà, della correttezza, del confronto libero”.
Al risiko di domenica prossima, tutto basato su chi riesce a schierare sul territorio più truppe cammellate, non vuole partecipare. “Questo gioco – dice – non mi appartiene: quando mi ero candidato avevo di fronte qualche settimana di campagna elettorale. Ora, in due o tre giorni, al massimo si possono mettere in campo le ‘filiere’”. Al solo nominare Bocci poi Agostini mostra una certa freddezza: “La sua candidatura non me l’aspettavo. Se domenica appoggerò qualcuno? Andrò alle urne a votare ma non farò campagna per nessuno”. Dopo Alberto Stramaccioni, il tritacarne democratico fa un’altra vittima eccellente. Domattina intanto, alle 11 all’hotel Brufani di Perugia, scenderà ufficialmente in campo anche Catiuscia Marini. Domenica poi vincerà chi riuscirà a avere dalla sua parte più “grandi elettori” dell’altro.
DI SEGUITO PUBBLICHIAMO IL TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DI MAURO AGOSTINI
Credo sia giunto il momento di trarre, con la relativa serenità che la situazione consente, le conseguenze dagli avvenimenti che hanno caratterizzato le ultime recenti ore.
Tutta la mia iniziativa di questi mesi in Umbria è stata volta a determinare le condizioni di un percorso trasparente nelle forme e nei contenuti programmatici. Molte forze si sono trasversalmente mosse al fine di impedire la celebrazione delle primarie, impantanando il confronto intorno ad improbabili ipotesi di un candidato purchessia, indipendentemente da programmi e progetti per l’Umbria del futuro. L’obiettivo vero era semplicemente colpire la mia iniziativa. Dal momento in cui è apparso inevitabile l’appuntamento delle primarie, di cui se mi è consentito vorrei ascrivermi il merito completo, è venuta proprio da importanti settori di Area democratica, cioè da coloro con cui ho condiviso con lealtà il percorso congressuale, un’azione di destabilizzazione della mia candidatura per mano anche di chi aveva incoraggiato e sostenuto la candidatura stessa. Mi rendo conto solo ora, colpevolmente, che quel sostegno era ispirato a doppiezza e slealtà, nella convinzione che alle primarie non si sarebbe comunque arrivati.
Questo atteggiamento si è ulteriormente espresso in un tripudio di trasformismo nella cruciale giornata di sabato nella quale abbiamo dovuto subire anche lo spettacolo di una dichiarazione di Marina Sereni che ha testualmente affermato: “ se dalla riunione dell’area Bersani in corso in questo momento uscisse non il nome della Marini ma quello di Bottini, Bocci si ritirerebbe e sosterremmo lui”. La manovra politica allo stato puro senza alcun riferimento non dico di carattere valoriale ma neanche programmatico. Ciò che più ferisce è questo cinismo d’accatto che fa tornare in mente l’antico aforisma di padre Balducci: quando i nani fanno le ombre lunghe è l’ora del tramonto!
Tutto questo non mi appartiene né mi può vedere in alcun modo coinvolto.
Questi comportamenti sono tipici della destra, populista e trasformista. Non possono appartenere in nessun modo al patrimonio genetico del PD tanto meno in una regione dove le tradizioni politiche e civili, della sinistra e del centrosinistra, sono state importanti punti di riferimento.
Mi rendo conto di avere sopravvalutato la disponibilità al cambiamento e alla buona politica presenti dentro al PD e dentro Area democratica. Mi ero preparato ad un confronto sul futuro dell’Umbria e sulla coerenza tra il dire e il fare.
Non certo ad un confuso ed opaco dispiegarsi di apparati e filiere che stanno infeudando il percorso delle primarie.
Ho ricevuto in queste settimane un sostegno vasto e diffuso di cui mi piace ricordare quello “in rete” di centinaia e centinaia di ragazze e ragazzi. A tutti coloro che mi hanno sostenuto con passione e disinteresse personale, a queste migliaia di cittadini e di giovani umbri dico che la battaglia non finisce ma inizia ora, all’interno del PD e nella società umbra,in relazione ai contenuti programmatici della prossima scadenza elettorale e in relazione alle prospettive del PD. Con loro l’ appuntamento è per i prossimi giorni per la costituzione di una associazione che si rivolge a settori interni al PD e a quelle forze della società regionale che ritengono ormai improcrastinabile, per l’interesse dell’Umbria, un nuovo modo di fare politica. L’associazione si doterà anche di strumenti per far crescere il livello del dibattito politico nella nostra regione. Dobbiamo e possiamo riprendere il filo di quel percorso di speranza e cambiamento che le primarie del 2007 ci avevano consegnato.
Io voglio combattere, ma lo voglio fare con le armi della lealtà, della correttezza, del
confronto libero. Altri strumenti non mi appartengono.
Martedì
02/02/10
08:39