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Acque agitate nella politica umbra. Tengono banco le schermaglie negli schieramenti politici a proposito delle candidature in vista delle imminenti elezioni regionali. La PDL ha già scelto il suo candidato: l’avvocato Modena ha la meglio sul sindaco di Assisi Ricci in virtù della scelta d’imperio di Silvio Berlusconi. Il premier si è fatto consegnare dai due contendenti la lista dell’ipotetica composizione della Giunta. Ed è stato questo l’elemento che ha fatto la differenza. Nella futuribile giunta Modena, ci sarebbero delle new entries direttamente dalla società civile: la Sanità andrebbe ad una estetista di Foligno con la sesta di seno, la Cultura ad una cubista del Pocoloco ed i Servizi Sociali ad un event manager di sfilate di intimo. Ricci avrebbe risposto con una giunta composta unicamente da notabili pidiellini locali, con un solo tecnico, per giunta alla Sanità: si tratterebbe di un bigottissimo medico condotto di Cannara contrario alla somministrazione dell’epidurale alle partorienti perché in netto contrasto con il passo biblico “tu partorirai con dolore”. Goracci scende in campo per Rifondazione e già promette sfracelli: i maligni vedono nella proposta di far svolgere la corsa dei Ceri in ogni cittadina umbra un malcelato tentativo di eugubinizzare l’Umbria. Ma il candidato ha subito precisato che ogni cittadina sarà libera di sostituire i ceri con elementi caratterizzanti della propria cultura locale. Sconcerto a Terni: nessuno se la sente di attraversare Corso Tacito al galoppo issando tre altoforni. Ma è nel Pd che le cose sono messe molto male in vista delle primarie. Commentando la domanda di un giornalista che si potrebbe profilare uno scontro fra lei e la Modena, Catiuscia Marini ha detto che “si tratterebbe di una dimostrazione di grande civiltà, perché così l’Umbria potrebbe avere una donna presidente ed una donna a capo dell’opposizione. Sono pronta per ricoprire il primo ruolo ma mi sento tagliata anche per il secondo.” Bene informati sostengono che durante una crisi di nervi Bottini abbia tentato di mordere alcuni suoi collaboratori. Agostini, dal canto suo, ha iniziato la sua campagna partendo dai temi del trasporto pubblico. Ha invaso Foligno di manifesti 6x3 con la scritta “Umbria, mai più ritardi” con le ultime tre lettere, “rdi” alquanto sbiadite ed a mala pena intellegibili. Approfittando dell’assenza di Baiardini impegnato nel mandato esplorativo, che armato di binocolo è stato scovato all’oasi di Alviano mentre era intento, parole sue, “a trovà qualche altro ucello che se volesse candidà alle primarie”, Bocci ha presentato la sua candidatura accompagnato da uno stuolo di firmatari travestiti da gruppo folkloristico della Valnerina per non farsi riconoscere, traditi soltanto da uno squillante accento perugino. I mariniani hanno evitato di candidare un loro esponente dopo che a molti di loro pare sia apparsa in sogno Maria Rita Lorenzetti vestita come la dea della giustizia, con nella mano sinistra una confezione di lenticchie di Colfiorito e nell’altra un’ascia bipenne, che gli urlava: “Sceglie, bardasciu”. In tutto questo marasma, Alberto Stramaccioni, libero da impegni, si è trasferito in una roulotte ai bordi del Tevere, ufficialmente per tenere sotto controllo le ondate di piena: in realtà spera di veder passare qualcuno di sua conoscenza tra un tronco divelto e qualche pesce gatto a panza all’aria. L’etrusco che ride Condividi