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di Daniele Bovi A quattro ore dalla chiusura dei termini per iscriversi alle primarie del Pd la situazione è ancora incandescente ma va piano piano delineandosi quello che appare lo scenario più plausibile. A parte cataclismi dell’ultima ora, da parte dei bersaniani, riuniti in piazza della Repubblica (sede del Pd regionale) nell’ennesimo summit, dovrebbe essere ufficializzata a breve la candidatura di Catiuscia Marini. Con molti mal di pancia però. Gianluca Rossi, ad esempio, si è dimesso da coordinatore della mozione. La motivazione ufficiale è che il congresso è finito e che si va alle primarie senza indossare magliette. In realtà il dissenso per la piega che hanno preso le cose c’è ed è forte. Renato Locchi, anche lui abbastanza amareggiato per l’evolversi della situazione, non solo s’è tirato fuori dalle primarie ma non parteciperà più alle riunioni della mozione. Il segretario Bottini poi, per usare un eufemismo, è alquanto alterato per la riunione autoconvocata ieri da alcuni bersaniani: molti sostenitori della Marini infatti (tra cui i sindaci Boccali e Cecchini e gli assessori Riommi e Cernicchi) si sono riuniti in un hotel del capoluogo per sbloccare lo stallo e raccogliere le 25 firme necessarie per candidare l'ex europarlamentare. Secondo alcuni, però, la Marini non sarebbe per nulla vogliosa di scendere in pista. Sul suo profilo Facebook ieri mattina l’ex sindaco di Todi così scriveva: “Oggi prenderò una decisione che a molti miei sostenitori non piacerà ma sono anche io convinta che qui è difficile innovare, si può solo resistere!”. Tuttavia, la spinta di Maria Rita Lorenzetti alla sua delfina resta fortissima. In Area Democratica invece, a parte il dato certo della candidatura di Mauro Agostini (che però non verrebbe appoggiata da ampi settori della mozione), prende sempre più quota l’ipotesi di una discesa in campo di Gianpiero Bocci. Anche questa potrebbe essere, il condizionale è d’obbligo, una candidatura ufficializzata in serata. Intorno all'ex leader della Margherita l’operazione in corso sarebbe più o meno questa: di fronte ai nomi della lorenzettiana Marini e del veltroniano Agostini, su di lui convergerebbe, oltre che la maggioranza di Area democratica, una larga parte dei bersaniani scontenti. E il ragionamento a Bocci è stato esposto questa mattina intorno alle 11 in un bar di Perugia a pochi passi da piazza Italia: “Gianpiero – è questo il succo del ragionamento -, tra Catiuscia Marini e Mauro Agostini molti di noi vedrebbero bene te. E in molti sarebbero pronti a lavorare per te”. Se andasse in porto, potrebbe passare alla storia come l’operazione di via Baglioni. Il piano B è uno solo: se riscendesse in campo il segretario Bottini allora i franceschiniani ritirerebbero dalla contesa Bocci. Condividi