MAGIONE - Attraverso i documenti storici ed il racconto dei protagonisti è stata ricordata questa mattina ai ragazzi dell'istituto Omnicomprensivo del Comune di Magione, che hanno riempito la sala del Teatro Mengoni, l'impresa compiuta dal parroco di Isola Maggiore, don Ottavio Posta, e da alcuni pescatori di isola, per portare in salvo gli ebrei, fatti prigionieri dai fascisti ad Isola Maggiore, il 20 giugno del 1944. Iniziata promossa dall'Assessorato alla cultura del Comune di Magione, assessore Giacomo Chiodini, per commemorare la Giornata della Memoria, realizzata con il patrocinio del Consiglio Regionale dell'Umbria e dell'Istituto per la Storia dell'Umbria Contemporanea e con il sostegno della Banca di Mantignana. A presentare l'iniziativa l'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Magione, Lando Contini, che ha dato lettura di una dichiarazione del presidente del Consiglio regionale dell'Umbria, Fabrizio Bracco che, per motivi istituzionali, non è potuto essere presente all'iniziativa, e il sindaco Massimo Alunni Proietti che nel suo intervento ha ricordato alcuni dei fatti che hanno visto protagonisti altri cittadini del comune di Magione sia in azioni di lotta contro il regime tedesco, al riguardo ha ricordato i fatti di Montebuono, in cui undici contadini furono uccisi dai tedeschi l'8 giugno del 1944; sia di cittadini del comune che furono deportati nei lager nazisti o destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra, come nel caso del magionese Franco Vestrella a cui il Prefetto di Perugia ha consegnato una medaglia d'onore alla memoria proprio questa mattina. A ricordare i fatti di Isola Maggiore Gianfranco Cialini, curatore del Fondo antico dell'Università degli Studi di Perugia, a cui si deve la riscoperta di questo momento storico legato alle vicende degli ebrei al lago ed il pescatore che partecipò alla liberazione, Agostino Piazzesi unico testimone rimasto. «Nel giugno del 1944, in due notti diverse - hanno raccontato - , don Ottavio Posta insieme con altri pescatori, portò con cinque barche a S. Arcangelo da Isola Maggiore, circa trenta ebrei prigionieri, salvandoli dalla deportazione in Germania da parte dei tedeschi consegnandoli agli inglesi a S. Arcangelo di Magione. Il piano di fuga era stato organizzato nei minimi particolari, come si trattasse di una operazione militare: in ogni barca ci dovevano essere tre pescatori rematori e tre ebrei passeggeri, le barche dovevano navigare in fila indiana alla distanza di circa cento metri l'una dall'altra; nella prima barca doveva esserci don Ottavio Posta. Circa dieci i chilometri da percorrere remando perché si era saputo che gli alleati erano arrivati a Sant'Arcangelo ma il resto del lago era in mano ai tedeschi che avrebbero potuto portare con loro gli ebrei di Isola Maggiore durante la ritirata». Lettere ritrovate dalla stesso Cialini nell'Archivio di Stato di Roma e nell'Archivio vescovile di Perugia documentano i fatti di quella notte raccontati da alcuni degli ebrei salvati dal coraggio del parroco e dei pescatori di Isola. Mario Tosti, presidente dell'istituto per la Storia dell'Umbria Contemporanea, ha ricordato l'importanza della storia nella crescita di un ragazzo e dell'importante ruolo che può svolgere oggi la scuola nel trasmettere memorie fondamentali affinché «queste giornate non siano pura retorica ma memoria autentica affinché atrocità come quelle avvenute nell'Ultimo conflitto mondiale non si verifichino più». La mattina si è chiusa con la lettura di brani tratti dal "Diario di Davide Rubinowicz" fatta da Valter Corelli. Condividi