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(di Cristina Ferrulli) (Ansa) ROMA - Walter Veltroni vince la battaglia per le primarie in Umbria, la prima intrapresa dopo aver lasciato la guida del Pd. Tra la scelta di un nome condiviso con i franceschiniani e le primarie, la maggioranza ha deciso di chiamare il popolo a scegliere il candidato con una sfida che molto probabilmente sara' tra la bersaniana Catiuscia Marini e il veltroniano Mauro Agostini. Ma ad agitare le acque del Pd e a far ribollire la minoranza e' il gioco tattico dei centristi che, oltre alla Puglia, hanno congelato l'intesa su Claudio Burlando in Liguria. Pericolo sventato, assicurano in serata al vertice Pd, che alle regionali punta a vincere in almeno 7 regioni su 13 nelle quali si andra' al voto. A parte Bologna, dove Bersani andra' lunedi' prossimo per capire come il Pd dovra' muoversi per il dopo Del Bono, il segretario punta ad coprire in settimana tutte le caselle del voto di marzo anche per non prolungare le tensioni interne. E la via maestra saranno un po' dappertutto le primarie: cosi' si e' deciso per la Campania e cosi' sara' in Umbria. E per le primarie in Calabria e' tornato a spendersi oggi il governatore Agazio Loiero in un incontro, a Roma, con il leader Pd. Ma e' soprattutto l'Umbria la regione in cui le tensioni nazionali dentro il Pd hanno avuto ripercussioni locali. Anche a fronte di un candidato condiviso, ipotesi sulla quale era d'accordo anche Dario Franceschini, i veltroniani, in primis il candidato Mauro Agostini, non hanno voluto sentire ragioni. E anche la maggioranza, dopo aver rinunciato al tris di Rita Lorenzetti, ha preferito scegliere la consultazione. La corsa della zarina umbra e' stata bloccata anche dalla commissione di garanzia, che non l'ha ammessa alle primarie e quindi la corsa sara' tra l'ex tesoriere del Pd e Catiuscia Marini, per la quale si e' spesa molto Lorenzetti. A preoccupare i vertici del Pd, pero', e' la riapertura dei giochi da parte di Casini. ''Se la candidata Udc-Pdl, alla fine, sara' Poli Bortone, in Puglia si perde come avevamo detto sin dall'inizio'', spiega un dirigente democratico. Ma in attesa di capire come finisce nel tacco d'Italia, i democratici si sono mossi per evitare che i centristi facessero il salto anche in Liguria, dove l'accordo su Burlando sembrava nei giorni scorsi cosa fatta. ''Credo che abbiamo un'intesa su Burlando'', rassicura nel pomeriggio il leader centrista Pier Ferdinando Casini. Una rottura in Liguria avrebbe rischiato di provocare un terremoto a catena anche nel vicino Piemonte, l'altra regione del nord dove i centristi hanno deciso con fatica di appoggiare Mercedes Bresso. ''Avete visto Casini?'', chiedeva ironicamente Franceschini, oggi pomeriggio, in Transatlantico, alludendo al fatto che se il Pd era pronto a buttare a mare Nichi Vendola in nome del laboratorio pugliese, il leader centrista non si e' preoccupato di cambiare schema di gioco. ''Solo chiacchiere, i bilanci si fanno alla fine. Le alleanze sono la strada maestra per l'alternativa e noi siamo competitivi in 8 regioni su 13'', e' il calcolo di un big della maggioranza, convinto che alle regionali la partita e' tutta aperta. Condividi