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a vittoria di Nichi Vendola alle primarie pugliesi rappresenta un successo per tutta la sinistra e impone a tutti, e dico tutti, una riflessione profonda sulle prospettive della costruzione di una vera alternativa a Berlusconi ed alle destre. Prima considerazione: deflagra il progetto D’Alema – Casini, un progetto che assomiglia sempre di più ad un capriccio e che mette a rischio la possibilità di riscatto del centro – sinistra offerto dalle regionali. Un insegnamento che travalica i confini del tavoliere pugliese per arrivare anche in Umbria: l’alleanza con l’UDC è perdente, lo dimostra la Puglia, lo dimostra Venezia dove il candidato sostenuto esclusivamente da Prc e Verdi raggiunge alle primarie il ragguardevole risultato del 35,37%. Auspichiamo vivamente che le lezioni bastino alla classe dirigente umbra e che non occorra arrivare al 29 marzo per verificare quanto rilevato da Curzio Maltese su Repubblica: “Errare è umano, perseverare è patetico più che diabolico”. Seconda considerazione: in Italia c’è voglia di sinistra, cresce un rifiuto nei confronti di una vulgata di facciata che vorrebbe vincente solo lo spostamento sempre più al centro dei partiti della sinistra, cresce la volontà di uscire dal bipolarismo coatto di Veltroni e Berlusconi con una proposta e con delle proposte di sinistra, una strada che il PD da solo non è in grado di intraprendere ne da solo ne tantomeno in compagnia dei centristi di Casini. Un segnale importante che tutte le forze politiche a sinistra del PD debbono cogliere per ricostruire un fronte comune che parta dai temi della qualità del lavoro, della tutela dell’ambiente, della difesa dei beni comuni e dei servizi pubblici per arginare la deriva iperliberista del Paese voluto dalle destre e da una componente non minoritaria di esponenti che a voce si riconoscono nel centro – sinistra. Terza considerazione: la vittoria di Vendola e il risultato di Bettin a Venezia certificano l’assoluta subordinazione dell’l’Italia dei Valori alle esigenze di sua maestà il PD. Se il partito di Di Pietro è bravo ad urlare in tv e in parlamento contro gli inciuci più o meno mascherati tra i due maggiori partiti, nei fatti tradisce invece la vocazione all’allineamento sempre e comunque alle strategie che dichiara di condannare. Le regionali rappresentano un appuntamento importante che la sinistra non può mancare. E non sono le elucubrazioni di qualche dirigente a segnalarcelo ma è il popolo stesso della sinistra che con le primarie ha dato una indicazione forte e precisa. La sinistra torni a lavorare per l’unità e per programmi che segnino una svolta reale sulle politiche di sociali e di sviluppo delle nostre regioni. Non sappiamo, ad oggi, se i risultati delle primarie rappresentano una ipoteca sulla vittoria finale. Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra sono però consapevoli che le istanze emerse sono un monito per la sinistra e il centro – sinistra umbro, incartato tra discussioni personalistiche e “apprendisti stregoni”, tutto a discapito della vittoria in Umbria. Condividi