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C'è chi andava dall'estetista, anche quattro volte in una settimana hanno accertato gli investigatori, chi al bar o in locali da gioco, ma anche chi si recava a fare la spesa o tornava a casa: sono i, presunti, comportamenti illeciti che i carabinieri della stazione del capoluogo umbro e del nucleo ispettorato del lavoro hanno contestato a sei dipendenti della Provincia di Perugia, quattro donne e due uomini, messi ieri agli arresti domiciliari. Truffa aggravata e continuata commessa da pubblici ufficiali ai danni della pubblica amministrazione per essersi assentati illegittimamente dal proprio posto di lavoro il reato contestato nell'ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip Claudia Matteini su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini. Lo stesso pm che ha chiesto il rinvio a giudizio di una quarantina tra medici, infermieri e tecnici dell'ospedale di Perugia accusati anche loro di essersi assentati dal posto di lavoro (domani comincerà l'udienza preliminare). Tra i sei dipendenti della Provincia finiti ai domiciliari ci sono uscieri, ma anche quadri direttivi. Di loro sono state rese note solo le iniziali e l'età, tra 42 e 54 anni. Tutti lavoravano in una stessa sede dell'ente che nella precedente legislatura è stato interessato da un'indagine su irregolarità nell'appalto di opere stradali. Il nuovo presidente della Provincia, Marco Vinicio Guasticchi, ha sottolineato comunque che l'amministrazione ''è la parte lesa'' nell'inchiesta sui presunti casi di assenteismo. Nel corso delle indagini durate oltre sei mesi è stato accertato che le assenze andavano da 15 minuti a sei ore e venivano fatte soprattutto di pomeriggio. Secondo i carabinieri, gli impiegati si allontanavano ''sistematicamente'' dagli uffici senza registrare l'uscita con il badge o, in alcuni casi, erano colleghi a passare la scheda magnetica. Per non destare sospetti - è stato riferito - registravano comunque la pausa pranzo. Durante le indagini i carabinieri hanno monitorato gli spostamenti degli impiegati. Ricorrendo a pedinamenti, anche utilizzando trasmettitori Gps, nel corso dei quali i sei dipendenti della Provincia sono stati fotografati e ripresi in video. I carabinieri ritengono di avere così dimostrato la ''sistematicità delle assenze ed il consolidamento degli illeciti comportamenti ormai adottati in maniera corrente''. Dai riscontri poi eseguiti sui tabulati elettronici delle presenze, in base ai quali vengono contabilizzate le retribuzioni, è stato accertato che - secondo l'accusa - i presunti comportamenti illeciti hanno di fatto impedito all'ente di detrarre dagli stipendi le assenze non registrate. Nel corso degli accertamenti è anche emerso che una delle impiegate si allontanava dall'ufficio con la sua auto nonostante la patente le fosse stata sospesa per guida in stato di ebbrezza. Controllata da una pattuglia dell'Arma ha fornito ai militari le generalità della sorella ed è stata quindi accusata anche di false generalità rese a pubblici ufficiali. Condividi