carceri.jpg
PERUGIA - ''Abbiamo appreso la notizia dell'ennesimo suicidio in carcere. Stavolta a togliersi la vita, nel carcere di Spoleto, e' stato un giovane di 29 anni, arrestato lo scorso 16 gennaio. Questa tragedia, che colpisce innanzitutto sul piano umano, e per la quale ci aspettiamo che il Ministro offra ogni informazione circa le sue modalita', e' l'ennesima conferma dell'esplosiva situazione delle carceri italiane''. E' la dichiarazione del deputato umbro del PD, Walter Verini, a proposito del suicidio di Ivano Volpi nel carcere spoletino. Per Verini ''la situazione degli istituti di pena e' davvero drammatica, in termini di sovraffollamento, mancanza di personale di vigilanza, scarsita' di risorse finanziarie. Piani di formazione, figure di supporto anche psicologico ai detenuti sono tagliati. La funzione di pena finalizzata al reinserimento nella societa' viene meno e spesso il carcere da luogo di rieducazione diventa un luogo di abbruttimento e nel quale i diritti umani non vengono rispettati''. ''Le carceri umbre - conclude - non sono estranee a questi problemi, a partire dalla cronica mancanza di personale di vigilanza e di risorse e il piano annunciato dal Ministro Alfano non puo', non deve rimanere un annuncio. E qualche dubbio serio lo abbiamo, perche' questo governo dimostra interesse per i vari aspetti della giustizia solo quando questi servono a difendere gli interessi personali del Presidente del Consiglio ed a limitare l'autonomia della magistratura''. A sua volta il senatore umbro Francesco Ferrante, collega di partito di Vedrini, osserva che ''Con la morte del giovane detenuto nel carcere di Spoleto si allunga la drammatica lista dei suicidi in carcere, ben 7 dall'inizio dell'anno in vari istituti su tutto il territorio nazionale". "E' in corso una strage silenziosa - afferma - che rende non piu' differibile la realizzazione di nuove strutture carcerarie e l'avvio immediato di un piano per il disaffollamento, nonche' il ricorso dove possibile a pene alternative''. ''Per far fronte a quella che e' una vera e propria emergenza - ha aggiunto Ferrante - c'e' bisogno di fondi adeguati e volonta' politica, non di un piano carceri, che giunge colpevolmente in ritardo, che si intende realizzare in spregio alle procedure ordinarie. Le direttive che sarebbero allo studio dell'amministrazione penitenziaria per supportare psicologicamente alcuni detenuti sono da considerare positivamente, ma sono misure che appaiono palliative quando si fanno i conti col trend che portera' presto la popolazione carceraria a 70 mila detenuti, mentre nella meta' del 2012 potrebbe toccare le 100 mila unita'''. Ferrante ribadisce infine: ''per 3 volte negli ultimi mesi ho rivolto un'interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio per affrontare in Aula questa preoccupante situazione e affinche' si riferisse sulla reale consistenza del fenomeno delle morti nelle carceri e nei Cie, in modo che possano essere distinti i suicidi dalle morti naturali e dalle morti per cause sospette. A questo aspetto della giustizia il premier sembra pero' essere completamente indifferente. E nell'indifferenza continuano a consumarsi tragedia come quella di oggi a Spoleto''. Condividi