agostini.jpg
di Daniele Bovi In una bocciofila degna di questo nome le regole si rispettano. Pierluigi Bersani, prima del congresso, disse che il modello di partito che lui aveva in mente era quello organizzativo proprio di una bocciofila. Al massimo dell’Avis. E allora, se bocciofila s’ha da essere, che bocciofila sia, con tutte le sue regole. A rimarcarle orgogliosamente e puntualmente ci ha pensato ieri mattina il senatore Mauro Agostini, per ora l’unico candidato a primarie che nessuno sembra più volere ma sul cui svolgimento Agostini si dice certo. L’uomo che ad oggi si sente vicinissimo al boccino (la candidatura e le primarie) e che non teme la raffa dei compagni di partito (ossia un nome ‘condiviso’ che spazzi via il suo con tanti saluti alle primarie). L’On.Sen. lo dice chiaro e forte: “Le primarie ci saranno eccome: si faccia un altro nome che mi sfidi entro 48 ore oppure il candidato presidente del Pd sono io”. Il tutto in punta di diritto: “Ceccanti (che sabato ha risposto ad un nostro articolo ponendo la questione, per leggere clicca qui http://www.umbrialeft.it/node/29717) lo ha detto bene: si cerca un altro candidato? Benissimo: riapriamo i termini per le altre candidature e che mi si sfidi apertamente e alla luce del sole”. Agostini infatti di paura non ne ha: “Che tirino fuori il ‘candidato condiviso’, venga contro di me e vediamo quante truppe ha”. E se Baffone (Stalin) si chiedeva di quante divisioni disponesse il Pontefice, Agostini invita invece le truppe di Baffino (D’Alema) a farsi sotto: “Io non ho capito perché non si sceglie una soluzione così semplice: sono così forti? Benissimo, mi si dia una bella ‘asfaltata’ e via. Loro prendono il 95%, io il 5%, e la storia finisce qui. E poi un’altra cosa: perché io non posso essere un candidato condiviso? A mio favore si sono espressi 1750 iscritti”. Di primarie messe da una parte dunque Agostini non vuol sentir parlare. Secondo il suo punto di vista, la segreteria del partito umbro che si è tenuta qualche giorno fa (per leggere il comunicato stampa diffuso clicca qui http://www.umbrialeft.it/node/29295) “non ha per nulla accantonato le primarie, non c’hanno mica l’anello al naso. Si prendeva solo atto delle difficoltà politiche del momento. Vorrei ricordare a tutti quanto successo. Nel corso delle assemblee ci eravamo dati un percorso: o si trova il candidato condiviso o si va alle primarie. E visto che il comitato dei ‘saggi’ è naufragato, come ha ricordato correttamente il segretario Bottini, io allora mi sono alzato in piedi e ho messo a disposizione la mia candidatura”. Tutto molto lineare dunque. “Tanto che nel ‘caminetto’ a Roma dell’altra sera Franceschini, Fassino e Gentiloni hanno ricordato che o si trova chi corre contro Agostini, oppure si converge su di lui”. Nell’aria già si sparge come un sentore di un tempo supplementare del congresso conclusosi a ottobre. Ma come si dovrebbe “convergere” su Agostini? Secondo il senatore, forte anche del parere di Ceccanti, “l’articolo 18 comma 8 dello Statuto nazionale parla chiaro: se il candidato è uno solo le primarie non si fanno e quel candidato diventa automaticamente il candidato presidente”. Non sarebbe necessario dunque, come invece sostiene il consigliere regionale Rossi, un voto favorevole del 51% dei delegati. Di più: “Quella norma dello statuto regionale – dice Agostini – è in contrasto con lo statuto nazionale”. Nella conferenza stampa di ieri mattina Agostini ha anche illustrato il suo programma, la sua “visione per l’Umbria”. Di essa abbiamo dato dettagliatamente conto qui http://www.umbrialeft.it/node/29777 Condividi