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Il mondo non va verso la pace. Una constatazione amara ma realistica. Nonostante gli sforzi di Barack Obama, l’apertura verso la Cina, nuovo colosso economico, il 2009 si chiude in preda a pericolose convulsioni. Ricostruiamo le principali vicende che tengono banco sulle pagine della stampa italiana e internazionale. Striscia di Gaza: continua la guerra “a bassa intensità” Una situazione senza precedenti. È il bilancio con il quale si chiude il 2009 nei territori palestinesi della Striscia di Gaza, nei confronti della quale Israele non allenta in alcun modo la stretta militare. Un anno fa (esattamente il 28 dicembre) iniziò l’operazione militare “piombo fuso”, che causò la morte di circa 1400 palestinesi. L’esercito israeliano non usò riguardi in una guerra perfino più “sporca” di quella del Vietnam, utilizzando fosforo bianco contro inermi civili. A distanza di dodici mesi, Israele ha continuato una guerra definita dagli esperti “a bassa intensità”, congelando i confini del territorio palestinese. Fonti provenienti dall’interno della Striscia raccontano di come i civili stiano costruendo o ricostruendo le loro case con il fango, come nell’età della pietra, perché le truppe israeliane non consentono il passaggio di materiale edile dalle frontiere. Human Rights Watch (HRW), una delle organizzazioni umanitarie non governative più attive, accusa l'esercito israeliano è reo di avere mantenuto operativo il blocco della Striscia, e causato con questo «una grave crisi umanitaria», e di aver impedito «la ricostruzione di scuole, case e infrastrutture». Hrw accusa le forze armate dello stato ebraico di avere ucciso allora 29 civili a Gaza «attraverso l'uso di droni armati», di avere ucciso 11 persone «che stavano sventolando una bandiera bianca» e di avere «fatto uso di munizioni al fosforo in aree densamente popolate». Per le valutazioni dell'organizzazione umanitaria che nel rapporto cita solo casi appurati direttamente dal proprio personale l'esercito israeliano, «senza nessuna giustificazione sul piano militare, ha distrutto un gran numero di edifici civili tra cui fattorie, fabbriche, oltre che fognature e parte della rete idrica». Ieri, in un incontro con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, il presidente egiziano Hosni Mubarak ha auspicato un allentamento del blocco militare. Secondo fonti del Cairo, i colloqui sono stati positivi e Israele avrebbe annunciato la disponibilità a rendere meno rigido il controllo alle frontiere della Striscia. Iran: la repressione non ferma il movimento di protesta Secondo alcuni specialisti, l’Iran si avvicina a grandi passi ad una “rivoluzione” simile a quella che caratterizzò il 1979, con la fuga dello scia Reza Pahlevi e la conquista del potere da parte di Khomeini, che instaurò la Repubblica islamica degli ayatollah. Studenti, insegnanti, donne comuni protestano contro il governo accusato di intolleranza e di voler far letteralmente fuori l’opposizione, il cui leader Hossein Mussavi è accusato dalla maggioranza di fomentare la popolazione. Abbas Vaez-Tabasi, principale consigliere ultraconservatore della guida suprema iraniana Ali Khamenei, spinge perché il governo arresti Mussavi ed applichi la pena di morte per gli oppositori. Intanto, fra oggi e domani, sono previste a Theran manifestazioni in appoggio al governo, per la quale saranno letteralmente precettati tutti i dipendenti pubblici. Mercoledì mattina in gran segreto e tra strette misure di sicurezza al cimitero Behesht Zahra di Teheran, i funerali di Ali Habibi Mussavi, nipote del leader dell'opposizione Mir Hossein Mussavi ucciso nelle manifestazioni di piazza di domenica, la cui salma è stata riconsegnata solo mercoledì in prima mattainata alla famiglia. Lo scrive il sito riformista Rahesabz. «Alle 7 di mercoledì 30 dicembre - scrive Rahesabz - agenti di apparati di sicurezza hanno telefonato alla famiglia dicendo che sarebbe potuta andare a ritirare la salma senza farlo sapere ai mezzi d'informazione. I funerali si sono svolti nel silenzio dei media e tra strette misure di sicurezza». Fra riformisti e conservatori è prevedibile che la lotta si inasprisca nel 2010, con lo spargimento di altro sangue per le strade della Capitale iraniana. Intanto Moussavi e Karrubi, i leader dell'opposizione, sono spariti dalla Capitale. Secondo alcuni, sarebbero stati arrestati. La sfida di Al-Qaeda Forze speciali statunitensi, in accordo con il Governo dello Yemen del sud, starebbero preparando un’azione di rappresaglia contro l’organizzazione terroristica di Bin Laden, dopo il fallito attentato all’aereo americano a Detroit. Fra Usa e Yemen vi sarebbe un accordo strategico in base al quale gli americani fornirebbero assistenza militare in cambio di una lotta senza tregua ad Al Qaeda. Ma l’organizzazione terroristica islamica continua nella sua lotta contro l’Occidente e quelli che vengono definiti “nuovi crociati”. Il 19 dicembre, un gruppo di militanti armati ha rapito in Mauritania l’Italiano Sergio Cicala, 65 anni e sua moglie Philomene Kabore, di 39. Una foto con i due ostaggi prigionieri è stata diffusa da Al Qaeda tramite il network Al Arabya. La voce di Slah Abu Mohammed, che si definisce responsabile media di al Qaeda per il Maghreb, avverte che il rapimento è una risposta ai «crimini compiuti dal governo italiano in Afghanistan e in Iraq». Pur rivendicando «la linea del riserbo assoluto al fine di tutelare l'incolumità degli ostaggi», il ministro degli Esteri Franco Frattini ritiene "verosimile" lo scenario che si sta delineando, anche se precisa: «stiamo verificando anzitutto l'attendibilità» della rivendicazione. Su un nodo chiave il ministro è chiaro. Non ci sarà nessun "cambiamento" nella politica italiana in Afghanistan perché «siamo legati a una coalizione internazionale», sottolinea a Sky Tg24, ribadendo che non si tratta per il rilascio. «Chiunque tratta con i terroristi aiuta i terroristi», sostiene Frattini, e spiega: «non abbiamo nessun contatto diretto con nessun emissario" perché "se per una volta sola dicessimo 'trattiamo', avremmo legittimato un'organizzazione terroristica». I pirati impazzano al largo delle acque somale Record di assalti dei pirati al largo delle coste somale nel 2009, nonostante il dispiegamento di navi della Marina di numerosi Paesi nelle acque dell'Oceano Indiano. Secondo le cifre fornite dal Centro sulla pirateria dell'Ufficio internazionale marittimo con sede a Hong Kong, nell'anno che sta per concludersi sono state attaccate 214 navi, 47 delle quale sono state sequestrate (tra queste, anche un'imbarcazione italiana, il 'Buccaneer', con 16 membri di equipaggio, di cui dieci italiani, rilasciati dopo quattro mesi). In Iraq escalation di sangue e terrore La situazione in Iraq è ben lontana dal progetto di pacificazione nazionale supportato dalle truppe militari internazionali. Oggi, a Ramadi, nella provincia occidentale di al-Anbar, 20 persone sono morte in seguito ad un duplice attentato. I feriti sono 35. Tra le vittime figura il governatore della provincia di al-Anbar, Qassim Mohammed, mentre il suo vice è rimasto ferito. Dalle prime notizie risulta che alle prime ore di stamane un attentatore kamikaze si e' fatto saltare in aria nei pressi dell'ufficio del governatore a Ramadi. Poco prima era esplosa un'autobomba sempre nei dintorni dell'ufficio di Qassim Mohammed. Soltanto ieri un altro attentato, che ha provocato almeno 4 morti e 16 feriti in due attentati compiuti nella capitale Baghdad e nella città settentrionale di Mosul: l'esplosione di una bomba nei pressi della sede del ministero dei Trasporti ha provocato nella capitale la morte di due persone ed il ferimento di altre 13, mentre a Mosul sconosciuti hanno ucciso un civile nella zona di al- Nour, nella parte orientale della citta'. Stando quanto riferito dalla polizia, nella sparatoria è rimasto ferito anche un bambino piccolo. Sempre Mosul era stata teatro poche ore prima di un altro attacco nel quale un agente di polizia era stato ucciso ed altri due feriti dall'esplosione di un ordigno collocato ai margini della strada, e scoppiato al passaggio del loro veicolo, sempre in un quartiere nella parte est della città. Afghanistan: recrudescenza degli attacchi agli occidentali E' probabile che proprio in Afghanistan i terroristi di Al Qaeda intendano incrementare gli attacchi ai militari occidentali presenti. Ma quello accaduto ieri probabilmente non ha niente a che vedere con l'organizzazione di Bin Laden. Un poliziotto afghano delle forze Isaf ha sparato sui colleghi uccidendone uno (americano) e ferendone due (italiani). La sparatoria, avvenuta durante un'operazione di scarico di materiali da un elicottero nella base di Bala Morghab, nell'Afghanistan occidentale, vedeva impegnati militari delle forze Isaf di diverse nazionalità: italiani, americani e afghani. Proprio uno dei soldati afghani ha fatto fuoco sugli altri:uccidendo un soldato Usa e ferendo due soldati italiani. Attualmente "i due militari - ha spiegato il tenente colonnello Marco Mele, portavoce del contingente - sono stati medicati nell'infermeria della base ed hanno già ripreso servizio". "La dinamica dei fatti è in corso di accertamento", dicono al comando italiano, dove per il momento si limitano a riferire di "colpi di arma da fuoco contro forze Isaf durante un'operazione di rifornimento logistico". Ieri, un soldato britannico è morto ieri in seguito a un'esplosione nel sud dell'Afghanistan. Il militare, appartenente al 3° Battaglione 'The Rifles', e' rimasto ucciso mentre era in pattuglia nella zona di Kajaki, nella provincia meridionale di Helmand. Il decesso porta a 244 il numero dei soldati britannici morti in Afghanistan dall'inizio delle operazioni nel 2001, di cui 107 nel solo 2009. I soldati americani morti in Iraq e Afghanistan dall'inizio delle operazioni militari sono più di 5000. Ad incrementare il nunero di americani morti, questa volta civili, c'è l'ultimo attentato, avvenuto nel pomeriggio di oggi, che ha causato otto morti fra le forze Usa. L'attentatore si è fatto esplodere davanti all'ingresso di un avamposto nella provincia di Khost. Il kamikaze aveva una cintura esplosiva. Condividi