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“Come Verdi e civici lo chiedevamo da tempo e oggi il governo regionale si fa carico di ristabilire un principio di equità e di tutela minima di quei beni comuni troppo a lungo sfruttati senza alcun rispetto della comunità regionale, dell’equilibrio ambientale ed economico. Oggi possiamo veramente dirci soddisfatti nel vedere accolto ciò che da anni tentiamo di affermare, a iniziare dalla difesa di una risorsa preziosa come l’acqua e di una ricchezza irripetibile come il nostro paesaggio e il nostro territorio”. Il capogruppo dei Verdi e civici in Consiglio regionale, Oliviero Dottorini, commenta così la decisione della Giunta di raddoppiare i canoni di concessione per le aziende di imbottigliamento delle acque minerali e per l’estrazione di materiali da cave. I provvedimenti sono contenuti nel disegno di legge ”Disposizioni in materia tributaria” depositato presso la commissione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni che prevede anche una modifica della tariffa per l’abilitazione dell’esercizio venatorio. “E’ per noi motivo di grande soddisfazione – afferma l’esponente del Sole che ride - vedere accolto ciò che abbiamo proposto a più riprese, prima attraverso emendamenti al Dap, poi attraverso una proposta di legge che prevede un innalzamento fino a cinque volte dei canoni di concessione, fino ad oggi risibili, per chi imbottiglia acque minerali a fini commerciali e speculativi. Con il raddoppio dei canoni la nostra regione potrà contare su entrate pari a 1,45 milioni di euro rispetto ai 745mila di oggi. Certo, siamo ancora lontani da quanto sarebbe giusto ed equo richiedere, ma la strada imboccata è quella giusta. In questo modo si cerca di riequilibrare un rapporto che fino ad oggi è stato a totale vantaggio di chi utilizza un bene comune a soli fini commerciali, con ricarichi spropositati e senza pari in nessun altro settore merceologico. L’acqua è un bene comune e prezioso che non può essere venduto o scambiato al pari di altre merci. Sebbene la nostra proposta di legge impegnasse la Giunta a quintuplicare il canone di concessione, ci riteniamo soddisfatti da questo primo passo che tenteremo di rendere più coraggioso. Crediamo tuttavia che la nostra azione ripetuta e il nostro testo siano serviti da stimolo per rafforzare una convinzione che va maturando in tutte le regioni d’Italia.”. Oltre all’aumento dei canoni di prelievo delle acque – spiega Dottorini - la proposta della Giunta stabilisce che per l’estrazione di materiali da cave come sabbie, argille, basalti e calcari l’aumento sarà del 50 per cento, stimando un guadagno per le casse regionali di 3 milioni di euro,di cui 500 mila andranno a favore delle province e un milione di euro ai comuni: per i signori delle cave sarà più difficile deturpare impunemente il territorio. "È’ anche questo - conclude Dottorini - un segnale forte a favore della protezione ambientale ed ecologica del nostro territorio, a scapito dello sciacallaggio di chi crede di poter devastare i paesaggi che fanno ricca la nostra regione senza pagarne neppure i danni”. Condividi