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Riportiamo tutto il dibattito che si è tenuto oggi pomeriggio nell'aula di palazzo Cesaroni durante la discussione sulla nuova legge elettorale. Negative le valutazioni di OLIVIERO DOTTORINI (Idv): “IL NOSTRO CONSIGLIO REGIONALE STA PER SCRIVERE UNA DELLE PAGINE PIÙ BRUTTE DELLA STORIA POLITICO-ISTITUZIONALE DELL’UMBRIA Un fatto grave se si pensa che in discussione è la definizione delle regole democratiche attraverso le quali la nostra comunità regionale eserciterà la forma più alta di partecipazione alla vita pubblica: cioè il voto. Questa legge elettorale è una legge sbagliata nei suoi elementi fondamentali. Una legge frutto di un accordo trasversale indecoroso che giunge al termine di un dibattito durante il quale l’Italia dei valori ha tentato in tutti i modi di proporre dei correttivi che rendessero questo testo quanto meno accettabile, disinnescandone in gli effetti perversi, ma tentando comunque di trovare una posizione che tenesse conto delle esigenze di tutte le forze politiche che hanno partecipato al confronto. Magari qualcuno verrà a dirci che per confezionare il capolavoro di legge elettorale oggi in discussione ognuno 'ha dovuto cedere un pezzetto'. Può darsi che qualcuno ha ceduto solo un pezzetto, ma è certo che altri hanno ceduto la dignità. Troviamo incomprensibile la volontà, da parte delle forze politiche del centrosinistra, di approvare per l’Umbria una legge che ha molto a che vedere con il famigerato Porcellum e poco a che spartire con un moderno strumento democratico di scelta dei rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni. Noi riteniamo che il premio di maggioranza con il listino bloccato previsto da questa legge, faccia correre il rischio anche alla nostra regione di inoltrarsi in un percorso che riteniamo nella sua filosofia ispiratrice profondamente antidemocratico. Non è per noi concepibile l’ipotesi di una legge elettorale che tolga alla disponibilità degli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni per trasferirla direttamente ai partiti attraverso un “listino bloccato” in cui collocare le espressioni più retrive degli apparati di partito, togliendo agli elettori la possibilità di esprimersi. Crediamo che nel momento in cui la politica sta vivendo una delle crisi di credibilità più acute e nel momento in cui sale inequivocabile da parte dei cittadini la richiesta di esercitare il diritto di scelta dei propri rappresentanti, la proposta di Pd e Pdl, condivisa da Rifondazione, Pdci, Udc e Sinistra e libertà, rischia di accentuare ancora di più la distanza tra ceto politico e opinione pubblica. Pur di salvare gli apparati, si èprovato a trattare su tutto, anche sulla concessione del premio di minoranza. Avete provato a fissare uno sbarramento al 5,3 per cento. Siete riusciti ad innalzare il numero delle firme per la presentazione delle liste pur di boicottare ogni iniziativa proveniente dalla società civile. Con il vostro sistema un terzo dei consiglieri della maggioranza, vale a dire 6 su 18 o 19, non sarà scelto dagli elettori, ma prescelto dalle segreterie di partito. Di più: qualora la coalizione vincente prenda troppi consensi, per evitare la sproporzione tra le coalizioni verrà escluso chi è stato eletto coi voti dei cittadini per lasciare spazio ai prescelti dai partiti. Questa legge è frutto di un inciucio alle spalle dei cittadini che ha messo d’accordo destra e sinistra, garantendo a tutti le postazioni minime richieste”. ALFREDO DE SIO: “NESSUN INCIUCIO, SOLO UN ADEGUAMENTO DELLE NORME ELETTORALI NELLA DIREZIONE DEL BIPOLARISMO - Non si tratta di una legge studiata per tutelare la 'casta', ma di un provvedimento necessario nell'ambito di un percorso iniziato oltre 10 anni fa. Stiamo applicando pienamente i principi del regionalismo e del federalismo, principi ripresi dal nostro nuovo Statuto. Proprio la nuova Carta regionale chiedeva l'approvazione di una nuova legge elettorale, alla quale arriviamo quasi per ultimi tra le Regioni. Tutta la discussione intorno alla legge elettorale va ricondotta in un ambito più corretto, che comprenda che gli strumenti della democrazia passano attraverso riforme condivise che non possono essere bollate come 'inciuci'. Esistono diversi approcci e diversi modelli di intendere e garantire la rappresentanza, che risentono anche del contesto e del momento politico in cui vengono elaborate. La nuova legge elettorale si incentra sull'elezione diretta del presidente della Giunta, sulla stabilità delle maggioranze attraverso premi di maggioranza e minoranza, sulle liste provinciali e la preferenza unica, sul riequilibrio territoriale garantendo la rappresentanza delle popolazioni delle due provincie in Consiglio regionale. È cambiato anche il quadro politico nazionale, che ora chiede stabilità ma anche un forte bipolarismo: è per questo che hanno votato oltre l'85 per cento degli italiani. Questo bipolarismo deve essere 'esportato' nelle regioni, senza cancellare i partiti minori e mantenendo la lista regionale con un premio di maggioranza a 'doppio binario'. Gli argomenti portati da Dottorini sono piuttosto deboli e, oltre a non mettere in dubbio la validità della legge, aprono una ulteriore fessura all'interno del centrosinistra, che dovrà superare le pesanti accuse lanciate dal consigliere dell'Idv. Il ceto politico è quello che abbiamo conosciuto è stato quello che ha retto la Regione dal 1970 al 1995, e chi ha vissuto quel periodo dovrebbe riflettere bene prima di criticare le scelte del Consiglio regionale di oggi. Le differenze tra la vecchia e la nuova legge non sono certo stravolgenti: la norma è stata soltanto aggiornata e adeguata alle previsioni del nuovo Statuto”. ADA GIROLAMINI (Uniti nell’Ulivo-Sdi) “ RIPROPONGO IL 30 PER CENTO DI DONNE NEL LISTINO E LA SECONDA PREFERENZA LIMITATA ALL’ALTRO SESSO” – Come presidente della Commissione posso dire che abbiamo cercato la maggior condivisione possibile, perché è questa l’essenza della democrazia e di aver lavorato responsabilmente, senza rinunciare ad esprimere la mia posizione personale che qui ripropongo. Sono da sempre convinta che il sistema proporzionale garantisca molto di più la rappresentanza dei territori. La scarsa presenza di donne nelle liste è un problema che riguarda sia la destra che la sinistra e questo genera una situazione non al passo con la società. E’ dunque mia intenzione riproporre all’Assemblea un emendamento sulla introduzione di una quota obbligatoria minima del 30 per cento riservata alle donne, anche nella lista regionale, escludendo ovviamente dal calcolo il candidato presidente. Propongo anche la doppia preferenza, strumento che dà ai cittadini più opportunità di scelta, nello specifico con lo stesso meccanismo adottato dalla Regione Campania ed accettato dalla Corte costituzionale che riserva la seconda preferenza solo al voto di un candidato dell’altro sesso, per favorire la maggior presenza di donne. Nel merito della legge ricordo che era nostro dovere garantire la governabilità, ma anche riequilibrare il peso elettorale fra le due province. Ricordo a Dottorini che prima era favorevole al proporzionale puro, poi ha accettato il listino, purché fosse collegato ai partiti. ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Cdl-Pdl) - “RAGGIUNTO L’OBIETTIVO CHE CI ERAVAMO PROPOSTI, A FRONTE DEL RISCHIO DI SUBIRE UNA LEGGE FATTA A COLPI DI MAGGIORANZA” - E’ stato fatto un buon lavoro e lo si è capito quando si è accettato il principio che ognuno di noi doveva rinunciare a qualche sua convinzione di principio. La legge non è un inciucio, ma un onorevole compromesso. Sono convinto, per fare un esempio calzante di ciò che affermo, che Oliviero Dottorini abbia aderito a Italia dei Valori, non per opportunità, ma perché pur non riconoscendosi in quel partito lo considera il più vicino alle tue posizioni. Ricordo che sul premio di maggioranza si era partiti da un listino esteso a tutte le forze di maggioranza e che il 65 per cento che spetta alla maggioranza per poter governare, all’inizio del confronto era sulla carta al 67 per cento. Questa legge ha il merito di non garantire più le piccole forze politiche che non raggiungevano nemmeno il due per cento. Sulla quota donne voglio evidenziare senza polemica che non basta essere presenti in lista per vedersi garantita l’elezione: chi fa politica deve anche essere presente sul territorio e dobbiamo evitare per chiunque la certezza di essere comunque eletti. Non voterò la doppia preferenza e nemmeno la quota del trenta per cento di donne nel listino. Ritengo che l’obiettivo che ci eravamo proposti è stato raggiunto soprattutto a fronte del rischio di subire una legge fatta a colpi di maggioranza. PAVILIO LUPINI (Sinistra per l’Umbria): “CONDIVISIONE AMPIA DENTENUTI. GLI ELETTORI SCEGLIERANNO IN BASE AI PROGRAMMI - Abbiamo ritenuto che fosse necessaria un’ampia condivisione dei contenuti: bene l’elezione diretta e il premio di maggioranza, così come il maggior bilanciamento dei resti con un riequilibrio fra Perugia e Terni, mentre rispetto alla lista bloccata avremmo preferito altre modalità. Ma dire che il listino è una grave ferita per la democrazia ci sembra veramente eccessivo e parlare di inciucio svilisce i contenuti di questa proposta di legge. Una proposta politica si misura sui contenuti e di conseguenza gli elettori scelgono sui programmi. Ravvisiamo un bipolarismo non esasperato perché consente comunque la possibilità di diverse coalizioni. Piuttosto, come gruppo neocostituito e che, annunciamo, si chiamerà ‘Sinistra ecologia e libertà’, chiediamo l’estensione al gruppo misto della deroga riguardante l’obbligo di raccolta delle firme per i partiti o gruppi politici che abbiano dichiarato il loro collegamento a forze presenti in Parlamento, essendo il nostro gruppo anche la seconda forza della maggioranza numericamente parlando”. STEFANO VINTI (PRC): “IL COLLEGIO UNICO HA PRODOTTO DEI ‘SUPERCONSIGLIERI COMUNALI’ ALL’INTERNO DELL’ASSEMBLEA. L’ANTIDOTO A TUTTO CIO’ E’ PROPRIO IL LISTINO - Questa legge elettorale è un passo avanti al quale abbiamo dato un contributo perché si ispira ad un principio proporzionale e non contempla quelle soglie di sbarramento che avrebbero impedito alle forze politiche meno numerose di essere rappresentate. Ringrazio il Partito Democratico per la coerenza dimostrata nel voler salvaguardare il pluralismo. L’accordo che abbiamo trovato non è un inciucio ma esattamente il contrario. Il collegio unico era penalizzante e lo si è visto, avendo creato in questa assemblea la figura del ‘superconsigliere comunale’ che risponde solo alle esigenze del collegio che lo ha eletto e non della comunità regionale nella sua interezza. Così abbiamo consiglieri che perorano solo la causa di Città di Castello o di Spoleto o di Terni, tralasciando una visione globale dei problemi da affrontare a beneficio del proprio territorio di riferimento. La preferenza unica, dunque, imbastardisce il sistema, oltre a dare luogo a dei veri scontri corpo a corpo all’interno dei partiti per accaparrarsi fette locali di elettorato. L’antidoto a tutto ciò è proprio il listino. Credo che sia stato svolto un buon lavoro verso una maggiore autorevolezza di questa istituzione, che deve rappresentare tutta la comunità regionale”. ARMANDO FRONDUTI: “UNA LEGGE ELETTORALE CONDIVISA, MA UN SISTEMA ELETTORALE ORIENTATO A UN BIPOLARISMO DEBOLE – Siamo di fronte ad una legge elettorale condivisa dalla maggioranza di questa Assemblea. Si tratta di un sistema elettorale che favorisce il consolidamento di un bipolarismo debole, in cui non si punta al bene comune degli elettori ma si favorisce un sistema 'non competitivo' che favorisce lo sviluppo del consociativismo. Solo Umbria ed Emilia hanno ridotto il numero dei consiglieri dopo averli aumentati in un primo momento. La governabilità non può essere garantita dal listino, che genera la nomina dei consiglieri da parte dei partiti. Ho dei dubbi che questa legge sia orientata al bene comune: senza lo sbarramento e con un listino non concordato emergeranno numerose criticità. Nella formazione delle liste, con soli 30 consiglieri, si verificherà un deficit nella rappresentanza dei territori”. ALDO TRACCHEGIANI: “UNA LEGGE ANTIDEMOCRATICA CHE INTRODUCE UNO SBARRAMENTO DEL 13 PER CENTO – Questa legge elettorale è antidemocratica perché differenzia le due circoscrizioni e introduce uno sbarramento reale del 5,3 per cento e del 13 per cento nelle due circoscrizioni di Perugia e Terni. Questo sistema e questo premio di maggioranza sono incostituzionali. Negli ultimi 3 anni è stato fatto di tutto per introdurre un bipolarismo forzato. Voteremo contro questa legge, destinata ad essere impugnata perché non ha i requisiti democratici che avrebbe dovuto avere. Condividi