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di Getulio Petrini Durante la concitata settimana dell’affaire “ Consolazione” mi trovavo in una città dell’Italia settentrionale impegnato in una manifestazione fieristica .A questa fiera erano presenti diversi stand di operatori umbri nei settori dell’artigianato, della ristorazione e dell’enogastronomia di qualità della nostra regione. E qui voglio raccontare un episodio collegato alla nostra Consolazione. Alcuni stand erano arredati con manifesti giganti (2mtX1) di alcuni tra i più importanti monumenti delle città umbre. Uno di questi mostrava un primo piano del nostro Tempio Bramantesco, veramente emozionante. Ho chiesto all’imprenditore che lo esponeva di regalarmelo perché in futuro questo primo piano non sarà più possibile: le cupole mostreranno in primo piano una serie di scatole bianco-grige contenenti i faretti per l’illuminazione notturna. A questo punto ho mostrato da internet un primo piano dopo i lavori e l’imprenditore mi ha detto” Ma allora siete matti”. Sono rimasto interdetto e tra me ho riflettuto. Da cittadino più che da consigliere comunale, pur non essendo né uno storico dell’arte, né un esperto di illuminotecnica. L’immagine che ho sempre trovato nelle manifestazioni fieristiche in Italia e all’estero della nostra città è stata sempre la Consolazione in primo piano:poster, roller, manifesti, cartoline. La Consolazione come biglietto da visita non solo della nostra città, ma anche dell’Umbria. E ciò mi inorgoglisce sempre. Oggi però quei primi piani del tempio non esistono più, essendo evidenti i corpi estranei dei fari. Questo, per me, è un danno per Todi, per l’Umbria, per oggi e per il futuro. Il punto da riparare per me è innanzi tutto questo: non è in discussione se è più bella illuminata a giorno o in penombra o buia. Va bene illuminata, per me, ma con altre tecniche che restituiscano i primi piani così come voluti da chi l’ha progettata e mantenuta nei secoli. Si è manomesso il biglietto da visita della nostra città, una testimonianza della sua identità. E questo elemento non è né di sinistra, né di destra, né di centro. Non c’entra nulla con la militanza politica. E’ una constatazione oggettiva, derivante solo dal buon senso, dal senso di appartenenza ad una comunità. Volenti o nolenti Todi si identifica di più con la Consolazione che con altri, seppur importanti, monumenti della città. Averla manomessa nei suoi profili è un danno non paragonabile a nessun altro discutibile intervento operato su altre realtà. Di questo sono convinto per esperienza e non certo per ideologia. Qualche pasdaran del centro- destra potrà definire irrilevante questo dettaglio. Ma prima di farlo pensi alla reazione spontanea di quell’operatore umbro non esperto e lontano dalle polemiche cittadine. Il punto da riparare per me è innanzi tutto questo: non è in discussione se è più bella illuminata a giorno o in penombra o buia. Va bene illuminata, per me, ma con altre tecniche che restituiscano i primi piani così come voluti da chi l’ha progettata e mantenuta nei secoli. E alla fine mi sono posto una domanda: ma perché se un cittadino che cambia le persiane di un suo appartamento in centro-storico senza la prescritta autorizzazione ambientale subisce i rigori della legge (sospensione dei lavori, risarcimento del danno ecc) ed invece un ente pubblico, che dovrebbe dare l’esempio può operare indisturbato fino alla fine dei lavori pur non disponendo della autorizzazione ambientale ed in presenza di una precisa segnalazione alle autorità competenti e di molte critiche? E sia chiaro: tutti, per non emulare l’Etab e poi pagarne le conseguenze, devono sapere che il parere della Soprintendenza è condizione necessaria ma non sufficiente per poter fare i lavori: la pratica si perfeziona, dopo un lungo iter, solo con la autorizzazione ambientale rilasciata dal Comune. Ed anche la legalità non dovrebbe essere né di sinistra, né di destra, né di centro. Le regole servono per una società ordinata, più libera e più democratica. Condividi