polizia 3.jpg
PERUGIA - Un ex collaboratore di giustizia, Roberto Salvatore Menzo, di 47 anni, di Niscemi (Caltanisetta), è stato fermato dalla polizia con l'accusa di avere ucciso a colpi di pistola un altro ex pentito, Salvatore Conte, di 47 anni, di Napoli, il cui cadavere era stato sotterrato in un bosco. Il delitto sarebbe avvenuto nel settembre scorso ma il cadavere era stato scoperto soltanto il 23 novembre successivo a Carpiano di Monte Urbino, nei pressi di Gubbio, nell' ambito di una indagine svolta dalla squadra mobile della questura di Perugia e dal commissariato di polizia di Assisi. Indagine dalla quale è emerso che Conte sarebbe stato ucciso da Menzo per dissapori sulla gestione ed attività di una articolata organizzazione criminale, dedita al traffico della droga e delle armi ed alle rapine, della quale facevano parte entrambi insieme ad un altro ex collaboratore di giustizia pugliese, Marcello Russo, arrestato nei mesi scorsi e ad altre persone da identificare o ricercate. L'organizzazione, capeggiata da Menzo, aveva base in Umbria ma operava anche in altre zone d'Italia. Una associazione per delinquere che gli inquirenti hanno definito molto pericolosa anche per lo spessore criminale delle persone che ne facevano parte. L'arrestato e la vittima, ai quali era stato sospeso il programma di protezione, hanno entrambi precedenti per associazione per delinquere, omicidio, rapina, truffa e traffico di armi e di droga. Le indagini della polizia di Perugia si sono intrecciate con quelle della squadra mobile di Firenze che ha collaborato alla cattura di Menzo, avvenuta ieri sera in esecuzione del fermo per omicidio emesso dal pm Gabriele Paci della Procura di Perugia. Contestualmente al fermo sono state eseguite numerose perquisizioni anche in Toscana, in particolare in provincia di Siena, con il sequestro di numerosi documenti definiti dagli inquirenti “molto interessanti”. Alle indagini collabora anche la Dda del capoluogo toscano. Il gruppo criminale, composto da ex pentiti che avevano avuto contatti con mafia, camorra, sacra corona unita ed altre associazioni criminali, operava, come detto, in varie zone d'Italia. In Toscana avrebbe compiuto diverse rapine ma sarebbe anche responsabile di danneggiamenti ed incendi ai danni di quelli che gli inquirenti perugini hanno definito "imprenditori concorrenti". L' ltro ex collaboratore di giustizia Marcello Russo era ricercato per una rapina avvenuta a Voghera ed era stato arrestato dalla polizia di Perugia alla vigilia di un'altra rapina in programma il giorno successivo in Umbria. Sempre in Umbria soltanto nei primi sei mesi del 2007 la banda di Menzo e Conte avrebbe compiuto almeno tre rapine a mano armata. Ed è proprio indagando su queste rapine in Umbria che la squadra mobile della questura di Perugia, diretta dal dott. Profazio, era risalita a persone coinvolte in traffici di droga ed armi. L'11 novembre scorso era stato così scoperto nei pressi di Perugia, a Solomeo, un piccolo arsenale composto da un fucile automatico calibro 12 con canna tagliata e matricola abrasa, un revolver cromato Smith Wesson calibro 22, anche questo con matricolaabrasa, una pistola Beretta ad aria compressa ed alcune cartucce. In quella occasione era stato arrestato per il possesso delle armi il 36/enne Philippe Montacci. Proseguendo nelle indagini il 23 novembre scorso la polizia era arrivata, non casualmente, nei boschi di Gubbio scoprendo sotto terra i resti di un cadavere poi identificato in quello di Conte. Gli inquirenti ritengono che l'ex collaboratore di giustizia sia stato ucciso non in un momento d'impeto. Si tratterebbe invece di un delitto progettato ed eseguito nell'ambito di una sorta di regolamento di conti all'interno della banda di ex pentiti. Le indagini proseguono anche perché gli inquirenti ritengono che Menzo abbia avuto dei complici nella esecuzione dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere. Condividi