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CITTA' DELLA PIEVE - Senza il radicamento territoriale delle Banche di credito cooperativo, senza il loro contatto piu' diretto con la clientela e senza il dinamismo dimostrato negli ultimi anni dalle piccole banche l'impatto della crisi sulle imprese e sull'accesso al credito sarebbe stato piu' grave. Il riconoscimento del contributo delle Bcc nell'evitare il restringimento del credito, soprattutto alle Pmi e alle aziende di medie dimensioni in difficolta', e' arrivato oggi dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, intervenuto al cinquantenario di CrediUmbria. Adesso la sfida che attende le Bcc e' adeguarsi a questo nuovo ruolo, poiche' ''la crescita dimensionale per intermediari che traggono la loro forza dall'essere piccoli comporta inevitabilmente nuovi rischi''. Draghi, nel corso del suo intervento, mette subito in evidenza come ''e' anche grazie alla diversificazione per tipologie di intermediari, alla presenza delle banche piccole a fianco di quelle grandi, che nella crisi che stiamo attraversando l'offerta di credito alle nostre imprese sia diventata si' piu' scarsa, ma non si e' inaridita''. Il numero uno di Via Nazionale tiene quindi a sottolineare che ''semplici indicatori come le quote di mercato sono talvolta misure assai infedeli del ruolo effettivo di una categoria di intermediari nell'industria bancaria e, piu' in generale, nell'economia''. La quota mercato delle banche di credito cooperativo ''sale al 19% se si considerano i prestiti alle aziende con meno di 20 addetti, al 20% se si considera il numero di imprese anziche' i volumi di prestito''. Draghi afferma inoltre che ''la dimensione localistica riveste un ruolo particolarmente rilevante per le dinamiche concorrenziali all'interno dell'industria bancaria''. Senza la presenza di una pluralita' di piccole banche, infatti, secondo Draghi ''probabilmente gli effetti sull'offerta di prestiti alle piccole e medie imprese'', dopo le ristrutturazioni delle grandi banche avvenute negli ultimi anni, ''sarebbero stati piu' restrittivi e la concorrenza nei mercati locali del credito meno vivace. Le conseguenze della crisi attuale sarebbero piu' severe per un numero rilevante di famiglie e di piccole e medie imprese''. L'innalzamento dei livelli medi di efficienza, precisa il governatore, ''spiega soltanto in parte il successo delle Bcc nel mercato del credito. Questo appare dovuto principalmente alla capacita' di continuare ad offrire finanziamenti sulla base di una stretta interazione con il cliente''. La prossimita' dei centri decisionali della banca al cliente riduce inoltre, riconosce il governatore, la complessita' delle procedure necessarie per erogare il credito, consente di valorizzare appieno gli aspetti qualitativi delle informazioni relative alle prospettive di medio-lungo termine dei progetti imprenditoriali. Inoltre, aggiunge, ''la quota di mercato delle piccole banche sta crescendo durante la crisi perche' i clienti non soddisfatti dalle grandi si rivolgono alle piccole banche'' Per quanto riguarda i nuovi rischi che le Bcc devono tenere a mente, ''particolare rilievo assumono quelli legati alle complessita' organizzative e gestionali, ai controlli dei rischi, all'esposizione verso controparti meno conosciute rispetto a quelle nei tradizionali mercati di insediamento. L'acuirsi delle difficolta' delle imprese a onorare gli obblighi contrattuali riduce i margini reddituali, indebolisce la situazione patrimoniale, rende le Bcc, al pari delle altre banche, piu' vulnerabili''. Bcc: tutti i numeri del credito cooperativo Il buon andamento del credito cooperativo in Italia anche durante la crisi e' testimoniato dai numeri diffusi oggi dal sistema delle Bcc. Le banche di credito cooperativo e casse rurali, al 30 giugno scorso, sono 426, con 4.172 sportelli (il 12,1% di quelli bancari italiani). La capillare presenza delle piccole banche sul territorio e' testimoniata da filiali in 2.633 Comuni e in 98 Province. In 551 Comuni le banche di credito cooperativo rappresentano l'unica realta' bancaria. I soci sfiorano il milione (990 mila) mentre i clienti sono circa 5,5 milioni. Sempre al giugno scorso, i dipendenti complessivi della rete erano 33 mila. Sebbene in presenza di una crisi economica significativa, la raccolta diretta complessiva ha toccato 141,7 miliardi di euro (+10,8% annuo in linea con la media del resto del sistema bancario), mentre gli impieghi economici si sono attestati a 120,4 miliardi di euro (+8,1% annuo contro il +3,2% del resto del sistema bancario). Il patrimonio delle Bcc e' arrivato a 18,5 miliardi (+7,5%). Gli impieghi erogati dalle Bcc italiane rappresentano il 22% del totale dei crediti alle imprese artigiane; il 16% del totale dei crediti alle altre imprese minori; il 17% del totale dei crediti alle famiglie produttrici; il 9% alle famiglie consumatrici; l'11% del totale dei crediti alle istituzioni senza scopo di lucro (terzo settore). Nel corso del suo intervento per il 50/o anniversario di CrediUmbria, il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha poi messo in evidenza come dall'analisi delle informazioni censite nella centrale rischi di Via Nazionale risulti che oltre l'80% del 50% dei prestiti alle imprese e' erogato da sportelli bancari ubicati rispettivamente nella Provincia e nel Comune della sede legale dell'impresa. Draghi ha quindi messo in evidenza l'elevato tasso di natalita' mantenuto dalle Bcc: dal 1994 a oggi ne sono state costituite quasi 70, oltre la meta' delle quali nel Mezzogiorno. Condividi