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PERUGIA – La riapertura annunciata da Oliviero Dottorini nei confronti della commissione consiliare che sta elaborando la nuova legge elettorale in vista delle regionali della prossima primavera, a condizione – spiegava – che si aprano degli “spiragli”, ha avuto un seguito. Infatti questa mattina il consigliere regionale neo italovalorista ha fatto la sua ricomparsa in commissione, breve in verità, una decina di minuti in tutto, il tempo sufficiente per dichiarare la sua adesione alla proposta di Vinti (Prc) affinché i candidati inseriti nell’aborrito listino siano collegati al partito che li ha espressi. Questo vuol dire – si è chiesto con meraviglia più uno dei presenti – che l’Italia dei Valori ha tolto il suo veto al listino? La risposta a questo interrogativo però non c’è stata, perché Dottorini se n’era già andato. Allora è proprio vero – ha pensato un altro – che “can che abbaglia non morde!” Per i profani cerchiamo di spiegare cosa cambia con il “collegamento” proposto da Vinti. Al momento i partecipanti al listino sono 7: il candidato a presidente e 6 rappresentanti della coalizione. Quindi se uno degli eletti per un qualsiasi motivo viene a decadere, a sostituirlo in consiglio non sarà un altro esponente del suo partito, bensì quello fra gli esclusi dell’intera coalizione con il resto più alto e questo vuol dire sempre e immancabilmente, nel centro sinistra, un uomo del Pd. Quindi esce il consigliere di Rifondazione e ne entra uno del Pd e lo stesso vale se ad uscire è un consigliere socialista, oppure dell’Idv o dei Comunisti Italiani e via dicendo. Con il collegamento, invece, il posto del consigliere uscente viene preso dal primo dei non eletti del suo stesso partito, che manterrebbe intatta, quindi, la sua rappresentanza in Consiglio. Condividi