PERUGIA - Se abusivismo e contraffazione erano già pesanti in sé, la crisi economica ha sicuramente accentuato l’esasperazione degli operatori commerciali su aree pubbliche rispetto ad un fenomeno che sembra inarrestabile.
Per questo ANVA CONFESERCENTI (Associazione Nazionale Venditori Ambulanti) e FIVA CONFCOMMERCIO (Federazione Italiana Venditori Ambulanti) della provincia di Perugia, che insieme rappresentano la quasi totalità delle imprese di commercio ambulante e su aree pubbliche, hanno deciso – aderendo ad una mobilitazione di carattere nazionale - di organizzare per i giorni 27 e 28 novembre due giornate di informazione e sensibilizzazione sul dilagante fenomeno dell’abusivismo commerciale, sia nei confronti dell’opinione pubblica che delle autorità istituzionalmente preposte, affinché vengano adottate tutte le più opportune azioni tese ad estirpare e prevenire il fenomeno.
Il 27 e 28 novembre dunque – hanno spiegato in una conferenza stampa svoltasi oggi a Palazzo Donini il presidente dell’Anva-Confesercenti della provincia di Perugia Vigen Goucherians e il presidente della Fiva-Confcommercio della provincia di Perugia Massimiliano Baccari - sui mercati principali mercati umbri sarà effettuata un’azione di volantinaggio sul dilagare dell’abusivismo, per ribadire ai cittadini – non sempre ignari – che acquistare prodotti di dubbia fattura e provenienza spesso alimenta gli affari della criminalità organizzata e per incalzare le istituzioni sulla necessità di adottare misure urgenti per contrastare e prevenire il fenomeno. Le leggi ci sono, ma quello che chiedono le due organizzazioni di categoria sono maggiori controlli.
Espliciti i messaggi contenuti nel volantino, che, all’insegne dello slogan “Non accettare borse dagli sconosciuti perché gli oggetti falsi producono danni veri” invita i consumatori a acquistare solo merce sicura e li mette in guardia circa le conseguenze dell’acquisto di merce abusiva.
Il problema è stato anche segnalato in una lettera inviata al Prefetto di Perugia Enrico Laudanna. L’iniziativa è patrocinata dal ministero degli Interni, che si è mostrato pronto ad ascoltare le ragioni dell’allarme e del profondo disagio della categoria.
Il quadro del fenomeno è allarmante: “L’abusivismo – specie quello su aree pubbliche, e soprattutto negli ultimi anni – ha sottolineato il presidente dell’Anva Vigen Goucherians - è diventato tanto pervasivo da non potere più essere considerato una distorsione marginale del mercato. Si stima che l’abusivismo commerciale generi un volume d’affari di 13 miliardi di euro l’anno a livello nazionale.
Strettamente legato all’abusivismo c’è il fenomeno della contraffazione, diventata in Italia un vero e proprio “sistema” dagli effetti economici e sociali devastanti: si valuta un giro d’affari di 7 miliardi di euro che si trasferiscono dalle tasche degli italiani ad organizzazioni criminali che gestiscono questa economia “in nero”. A questo si aggiungono i costi per lo Stato in termini di evasione (2-3 miliardi di euro di l’Iva, 3-3,5 miliardi di imposte sul reddito, senza contare i mancati introiti per Inps o Tosap). Inoltre –
ha proseguito Goucherians - genera competizione sleale e talvolta costituisce un problema per il tranquillo svolgimento dei nostri mercati. In concomitanza con lo svolgimento di mercati, fiere, manifestazioni culturali e commerciali, si inseriscano gruppi, anche ben organizzati, di venditori abusivi (a maggioranza di provenienza extracomunitaria) che pongono in vendita prodotti a marchio contraffatto o di dubbia provenienza, in totale spregio di ogni norma legislativa e fiscale. Succede così che i mercati nelle nostre città – da sempre punto di socialità e aggregazione – rischiano di diventare luoghi da evitare, fonte di pericolo e di confusione. La situazione diventa poi paradossale quando si sottopongono ai controlli gli imprenditori regolari e si lasciano operare impuniti gli irregolari”.
Il commercio abusivo provoca in estrema sintesi:
- danno economico per le imprese regolari connesso alle mancate vendite, alla riduzione del fatturato, perdita di immagine e credibilità;
- danno e/o un pericolo per il consumatore finale;
- danno sociale connesso allo sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati, cittadini extra comunitari ecc..);
- danno all’Erario pubblico attraverso l’evasione dell’IVA e delle imposte dirette d indirette, visto che la commercializzazione avviene su un circuito parallelo al convenzionale;
- reinvestimento degli ingenti profitti in attività illecite e criminose come estorsioni, droga, usura, prostituzione ecc…
Massimiliano Baccari, presidente della Fiva Confcommercio, ha fornito alcuni riscontri concreti circa la preoccupazione che gli operatori ambulanti hanno rispetto a questo fenomeno. In occasione dell’ultima edizione della Fiera dei Morti il sindacato ha infatti somministrato un questionario ai circa 600 espositori, a cui hanno risposto in 438, quindi un campione estremamente significativo. “Per ben l’82% di questi operatori, provenienti da ogni parte d’Italia – ha spiegato Baccari – il fenomeno è aumentato nell’ultimo anno, mentre per il 6% è diminuito e per il 12% è rimasto invariato. Va sottolineato inoltre come nel corso degli ultimi anni (almeno gli ultimi due, con un grosso incremento del 2009 rispetto al 2008) l’abusivismo – all’interno della Fiera dei Morti - abbia fatto un “salto di qualità”. Si sono visti gruppi “organizzati” di decine e decine di abusivi – la stima è di oltre 200 - addirittura trasportati con i pullman, che hanno coperto praticamente tutto il territorio che circonda la Fiera. E la forza pubblica presente – vigili urbani, vigili del fuoco, carabinieri, polizia – pur profondendo il massimo impegno hanno potuto fare ben poco davanti ad una massa così numerosa di soggetti da controllare”.
“La battaglia che stiamo combattendo – ha dichiarato ancora il presidente della Fiva Confcommercio – non è solo a favore delle imprese e della legalità, ma anche dei consumatori. Con l’azione di volantinaggio e queste giornate di mobilitazione vorremmo renderli sempre più consapevoli che acquistando senza remore prodotti di dubbia fattura e provenienza alimentano circuiti economici gestiti o controllati dalla criminalità organizzata, oltre che incorrere nel rischio di sanzioni. Il consumatore ha un ruolo di primo piano nella lotta a questi fenomeni criminosi, sapendo che i risparmi dai quali spesso si fa convincere sono fittizi, e che li ripagherà molto più caramente in termini di costi sociali. Non dobbiamo neppure cadere nella trappola di acquistare merce dagli abusivi con l’idea di sottrarli ad una condizione disagiata, di fare loro ‘del bene’: purtroppo le persone che vediamo ai margini di mercati e fiere sono a loro volta vittime di un sistema che va combattuto a monte, che li sfrutta senza pietà e che non va alimentato. L’abusivismo si sconfigge solo facendo fronte comune: istituzioni, organi ci controllo, imprenditori, consumatori. La mera azione repressiva, per quanto necessaria, da sola non è sufficiente”.
“A questo proposito ci teniamo a puntualizzare - ha aggiunto il presidente dell’Anva Confesercenti – come il fatto che la quasi totalità degli abusivi sia straniera è del tutto incidentale. Lungi da noi voler porre la questione in termini razziali o legati al fenomeno della immigrazione: quelli che vediamo per strada sono mera manovalanza. D’altro canto gli imprenditori stranieri che esercitano regolarmente il commercio su aree pubbliche rappresentano ben il 12% della categoria e sono perfettamente integrati. Il problema vero, fino ad ora gravemente sottovalutato, è che l’esercizio abusivo del commercio ha assunto tale profondità e dimensioni da non potere più essere considerato un fatto marginale che garantisce sussistenza a pochi bisognosi, bensì uno dei modi con i quali le organizzazioni criminali inquinano pesantemente la vita economica”.
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