PERUGIA – Il Documento annuale di programmazione 2010, elaborato dall'Esecutivo regionale, è stato al centro dell'audizione che si è svolta ieri mattina a Palazzo Cesaroni. Convocato dalla Prima Commissione e presieduto da Oliviero Dottorini, l'incontro partecipativo ha registrato gli interventi e le osservazioni dei rappresentanti di Cgil, Cisl, Confindustria, Abi e Umbria Equosolidale.
Manlio Mariotti (Cgil) ha evidenziato i molti aspetti condivisibili del Dap 2010, sia per quanto riguarda le “prospettive di intervento per affrontare nodi decisivi per il futuro dell'Umbria” che le analisi circa le 4 chiavi di lettura del documento, tutte incentrate intorno agli effetti della crisi economica sul 'sistema Umbria'. Meno positivo invece il giudizio sulla mancanza di un vero “Piano per il lavoro, che stanzi risorse per una ridefinizione delle competenze e dei saperi” e sulle politiche industriali e il sostegno alle imprese “non adeguate ad una situazione straordinaria, prive di tempestività e carenti nella lettura della crisi”.
Ulderico Sbarra (Cisl) ha lamentato che, di fronte ad una situazione di “evidente, grave, straordinarietà”, si presenti un Dap che agisce con i “criteri dell'ordinarietà, senza cogliere appieno i problemi. Oltre ai risparmi, pure positivi, ai limiti all'indebitamento, alla riduzione delle spese, non ci sono nuovi investimenti e nuove risorse, come mancano coraggio e finanziamenti adeguati a sostenere i contratti di solidarietà e le altre forme di sostegno per i lavoratori colpiti dalla crisi. Le politiche attive per il lavoro, pur contando su fondi importanti, hanno fatto registrare la perdita di molte occasioni, rendendo necessaria la riapertura della discussione per quanto riguarda il loro utilizzo”.
Biagino dell'Omo (Confindustria) ha sottolineato che “si sta allargando il gap tra l'Umbria e il resto del Paese: servono misure di contrasto alla crisi economica ma anche interventi in favore della competitività delle imprese. Sono necessarie azioni sulle infrastrutture regionali, dalla banda larga al nodo stradale di Perugia, dalla E 78 alle piattaforme logistiche all'aeroporto di S. Egidio. Servono sostegni alle imprese per favorire i processi di internazionalizzazione e aggregazione. E sono azioni che vanno messe in atto rapidamente. Abbiamo delle perplessità sulle politiche per il territorio, visti i tempi troppo stretti per l'approvazione del Piano paesaggistico territoriale, che sarebbe meglio rinviare alla prossima legislatura. Per quanto riguarda la manovra finanziaria apprezziamo la scelta dell'invarianza fiscale ma sarebbe stato bene procedere ad una riduzione anche simbolica dell'Irap, magari in favore delle imprese virtuose che investono e si impegnano a non ridurre l'occupazione. Il turismo necessità finalmente di un'opera di coordinamento tra istituzioni e camere di commercio che ne permetta il rilancio, mentre per quanto riguarda la sanità, dove si registrano apprezzabili livelli qualitativi e razionalizzazioni, permangono limiti troppo stretti sull'attività dei privati, che invece potrebbero efficacemente ridurre le liste d'attesa e la mobilità degli umbri verso le altre regioni”.
Micaela Baccarelli (Abi) ha sottolineato la positività di alcune misure anticrisi messe in campo dalla Regione in collaborazione con le banche (postergazione dei mutui e fondo di garanzia regionale), osservando però che il Dap contiene alcune previsioni, circa i tassi standard e il fondo di garanzia, che sembrano non tenere conto delle norme vigenti nel settore.
Paolo Festi (Umbria Equosolidale) ha infine chiesto che nel Documento annuale di programmazione venga riconosciuto il ruolo del Commercio equo e solidale quale strumento della cooperazione allo sviluppo, così come previsto da una legge regionale.
La discussione del Dap 2010 in Commissione Bilancio inizierà mercoledì 2 dicembre per concludersi indicativamente alla metà di dicembre, con la trasmissione del documento all'Aula.
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