pescatori trasimeno.jpg
PERUGIA – Il Consiglio regionale, con voto unanime, ha approvato il Piano regionale per la pesca professionale e per l’acquacoltura valido sei anni, dal 2009 al 2014, che per quest’anno stanzia 140mila euro destinati soprattutto: al sostegno dei pescatori professionisti impossibilitati ad esercitare l'attività per malattia o fermo pesca; alle attività collaterali alla pesca che integrano il reddito, come pesca turismo ed ittioturismo; ad incentivare il ricambio generazionale con veri e propri premi ai giovani pescatori che scelgono questa attività in forte declino; a sostenerne la formazione professionale e interventi di tipo naturalistico conservativo dell’ambiente. Presentando i contenuti del Piano, la relatrice unica, Mara Gilioni ha ricordato come la pesca professionale, nonostante l’Umbria non sia collegata al mare, ha radici storiche profonde soprattutto nel Trasimeno, ma anche nel lago di Piediluco e solo di recente nei laghi di Alviano e Corbara. Il Piano, ha spiegato Mara Gilioni, tiene conto anche del settore dell’acquacoltura, fortemente attivo in Valnerina e che necessita di adeguamenti strutturali per ridurre l’impatto sul Nera, oltre che per promuovere una campagna di educazione alimentare incentrata sul prodotto ittico umbro e sulla sua certificazione. La Scheda Il Piano, evidenzia che le licenze di pesca professionale complessive sono oggi 118 sono, di cui 105 attive nella provincia di Perugia e 13 in quella di Terni. Nei due territori esistono rispettivamente 3 e 2 cooperative di pescatori. Per quanto riguarda le criticità del settore, la pesca professionale al Trasimeno soffre da molti anni di una crisi legata ad una diminuita pescosità dovuta a mutamenti ambientali e all'ingresso di specie ittiche alloctone infestanti, che sono entrate in competizione con quelle di maggior pregio. Il lago di Piediluco ha preoccupanti problemi dovuti all'inquinamento, che di fatto riducono le potenzialità di prelievo delle specie oggetto di pesca professionale, mentre l'invaso artificiale di Corbara è soggetto ad evidenti periodiche fluttuazioni idriche che ne limitano la pescosità. L'acquacoltura umbra è prevalentemente incentrata sulla produzione della trota iridea, nel territorio della Valnerina. Esiste inoltre una produzione di materiale ittico da ripopolamento di altre specie effettuato esclusivamente da centri ittiogenici pubblici. Nel bacino del Nera, grazie alla quantità e alle specifiche qualità dell'acqua, sono ubicati allevamenti di trote con grandi produzioni che rappresentano quasi il 10 per cento dell'intera produzione nazionale. Il settore presenta alcuni punti di debolezza legati all'organizzazione della commercializzazione, ai costi elevati dei mangimi, al possibile impatto negativo sull'ambiente di fiumi e invasi, alla prevenzione dei consumatori nei confronti del pesce allevato e alle carenze di sinergie con la rete della ristorazione regionale. Condividi