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Segretaria del circolo di Rifondazione Comunista di Città della Pieve In questi ultimi anni purtroppo si è sviluppata una tendenza all’appiattimento delle idee per cui si è più inclini a recepire passivamente ciò che ci viene detto da terzi ed a prenderlo come oggettivamente vero che, sottoporlo ad una personale analisi critica. Ma mi chiedo come sia possibile non indignarsi di fronte a quello che succede nella politica italiana con un Presidente del Consiglio che tenta in tutti modi di eludere i processi che lo vedono imputato con leggi ad personam che intaccano i principi costituzionali del nostro Paese, come non indignarci quando questa crisi economica ha visto rafforzate solo le banche e le grandi industrie alle quali lo Stato dà finanziamenti per evitare i licenziamenti e loro progettano di spostare le sedi dall’Italia alla Polonia (come il caso della Fiat di Termini Imerese), come rimanere impassibili di fronte alla totale privatizzazione dei servizi pubblici tra cui il più essenziale, l’acqua, che comporterà l’impennata dei prezzi in bolletta e una gestione presumibilmente discutibile come già succede attualmente? È su questi temi che Rifondazione Comunista pur non avendo una rappresentanza in Parlamento cerca nei territori di attivarsi in modo concreto con iniziative inerenti la presentazione in Consiglio Comunale di un ordine del giorno contrario all’attuazione del deposito cauzionale di Umbria Acque (avvenuto qualche settimana fa), la raccolta firme per la ripubblicizzazione dell’acqua e per l’istituzione del reddito sociale ossia un reddito minimo garantito a tutti coloro che perdono il lavoro e fanno parte di quelle “nuove professioni” ma anche di commercianti o artigiani che sono privi di tutele, e che si trovano in situazioni più disperate rispetto addirittura agli operai che possono avvalersi della cassa integrazione. In questa situazione il governo ha solo rimpinguato le casse delle grandi industrie ed ha speso il suo tempo a pensare alla riforma della giustizia che, se di riforma si deve parlare, essa dovrebbe riguardare la rapidità dei processi, la certezza della pena ed il diritto ad una vita dignitosa in carcere, non di certo ad abbreviare la prescrizione per far saltare i processi di Berlusconi. Per dire no a tutto questo il 5 dicembre a Roma Rifondazione Comunista scenderà in piazza insieme a tutti coloro che si oppongono a questo Governo e chiedono le dimissioni di Berlusconi. Credo che sarebbe necessaria anche la partecipazione del Partito Democratico (e in questo mi rivolgo ai leader locali) perché il Congresso è superato, il Segretario c’è ed è ora di tornare a fare politica e soprattutto opposizione non nascondendosi più dietro le incertezze del passato. Questo Paese ha bisogno di una sinistra unita, compatta, che al di là delle differenze partitiche riesca a trovare un proprio equilibrio e a tornare ad essere rappresentativa di tutta quella gente che pur non votando Berlusconi, alla sua sinistra vede solo il vuoto. Condividi