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PERUGIA – Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità (23 presenti) la proposta di risoluzione di iniziativa del Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull’amministrazione regionale avente per oggetto “Le politiche patrimoniali della Regione Umbria”, con la quale si delibera di impegnare la Giunta ad adeguare la legislazione regionale (legge “14/1997”) alla normativa nazionale (Decreto legge numero 112 del 2008) e di consentire ai Comuni di favorire la valorizzazione del patrimonio da dismettere, introducendo “ulteriori norme incentivanti per favorire l’acquisizione degli immobili da parte degli attuali conduttori delle aziende agrarie”, nonché di “porre in essere la più proficua collaborazione con le Soprintendenze per accelerare le procedure di classificazione dei beni ai fini dello svincolo”. Il presidente del Comitato di monitoraggio, Enrico Sebastiani, ha spiegato che si è arrivati alla formulazione di tale proposta dopo l’audizione con i responsabili della Res spa, azienda partecipata che ha gestito per conto della Regione Umbria il patrimonio immobiliare e che cesserà la propria attività entro il 31 dicembre prossimo, divenendo parte di Sviluppumbria. “Sono emerse delle difficoltà – ha spiegato in Aula Sebastiani - nell’alienazione delle aziende agrarie e degli immobili di consistente valore economico, per oggettive situazioni di mercato, ma molti ritardi sono da imputare anche all’obbligatorietà di acquisire i pareri dello svincolo dei beni in oggetto”. Il consigliere Andrea Lignani Marchesani (Cdl per l’Umbria – Pdl), anch’egli membro del Comitato di monitoraggio, ha aggiunto una considerazione sulle modalità, secondo lui non idonee, con le quali si è cercato di attuare le dismissioni, “non procedendo per singoli casolari o terreni, che avrebbero fruttato incassi celeri e la possibilità per gli acquirenti di fruire dei beni in tempi brevi, ma attraverso dei consorzi creati ad hoc, per una cessione di blocchi di immobili”. Condividi