Diminuisce il numero totale di infortuni sul lavoro in Umbria, così come i casi mortali, ma nel dettaglio crescono quelli a danno di stranieri. E' quanto emerge dal Rapporto annuale Inail Umbria 2008, presentato stamane a Palazzo Donini, sede della giunta regionale, a Perugia. Dai dati diffusi emerge che lo scorso anno sono stati denunciati 17.088 infortuni sul lavoro (l'82 per cento in provincia di Perugia, il 18 a Terni), il 6 per cento in meno rispetto al 2007, dato significativo se si considera che il numero degli occupati è invece cresciuto del 2,7 per cento, passando da 367mila a 376mila. Secondo l'Inail, l'Umbria è comunque la regione con il più elevato "indice di frequenza" di infortuni, con un +48 per cento rispetto alla media nazionale.
La riduzione ha riguardato tutti i settori: -6,3 per cento in agricoltura, -6 in industria e servizi, -4,6 fra gli statali. Il 91,5 per cento è avvenuto sul posto di lavoro, il resto nel tragitto casa-lavoro. Nel 2008 i casi mortali sono stati 15 (12 a Perugia, 3 a Terni), a fronte dei 19 del 2007. Il calo ha riguardato industria e servizi (da 17 a 11), mentre sono cresciute le 'morti bianche' fra gli statali (da 0 a 1) e in agricoltura (da 1 a 3 casi). In netta controtendenza invece i dati che riguardano gli stranieri. Per loro nel 2008 ci sono stati 3.257 infortuni, con un +3,6 per cento rispetto al 2007. Stabili i casi mortali: 3. Le nazionalità più colpite sono quelle più presenti, cioè romena, albanese e marocchina. Infine, divulgati i primi dati riguardo il 2009, che confermerebbero la tendenza alla diminuzione di infortuni totali. Rispetto ai casi mortali, al 30 settembre 9 sono stati giudicati come "tutelabili Inail", mentre altri 3 sono ancora in corso da accertamento.
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