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Ieri hanno ricevuto una lettera dell'azienda che annunciava il cambio della sede di lavoro a partire dal prossimo 30 di novembre: non più via Ferriera, tra Ponte San Giovanni e Torgiano, nell'immediata periferia di Perugia, ma via Spadolini 5, a Milano. Destinatari della missiva 31 impiegati della Colussi, una delle principali aziende dolciarie italiane, con 7 stabilimenti di produzione nel Paese e oltre 1.000 dipendenti. Stamattina i lavoratori del centro direzionale di Perugia hanno risposto con uno sciopero di otto ore, indetto dalla Rsa aziendale, insieme ai sindacati Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila Uil. L'adesione è stata pressoché totale (sono circa 100 gli impiegati che operano nella sede di Ferriera) e i lavoratori in sciopero hanno preso parte alla conferenza stampa che si è tenuta presso la Cgil di Perugia per illustrare le ragioni della protesta. “Siamo fortemente preoccupati, come lo sono i lavoratori per quello che i più maliziosi interpretano come l'inizio dello spostamento definitivo di Colussi a Milano”, ha spiegato Vincenzo Sgalla, segretario generale della Flai-Cgil. “Per questo - ha aggiunto Dario Bruschi della Fai Cisl - abbiamo chiesto un interessamento delle istituzioni locali per assicurare che una delle due 'teste' della Colussi resti qui in Umbria”. Ma, al di là di una scelta, quella del trasferimento delle 31 unità a Milano (altre 20 saranno trasferite dalla sede di Imperia), che al momento non appare negoziabile, quello che ha indotto i sindacati e la Rsa a proclamare lo sciopero odierno è la “presa in giro” dell'azienda nei confronti dei lavoratori oggetto del trasferimento. “Quello che Colussi offre a chi dovrà spostarsi di punto in bianco da Perugia a Milano, rivedendo completamente i suoi progetti di vita, è assolutamente inaccettabile - hanno spiegato i sindacati in conferenza stampa - e nemmeno lontanamente paragonabile a quanto garantito in situazioni simili da altre grandi aziende del settore come Kraft e Nestlè”. Sul piatto Colussi ha messo un anticipo del 70% del Tfr (“soldi che sono già dei lavoratori”, hanno osservato Flai, Fai e Uila), 8 giorni di albergo pagato per trovarsi un alloggio e poi un'indennità di 400 euro lordi per 12 mesi. “Non può essere che una presa in giro – ha commentato il segretario della Uila Uil, Daniele Marcaccioli - perché è evidente che per lavoratori che guadagnano mediamente 1.300 euro al mese si tratta di briciole in una città come Milano, che sappiamo essere la più cara d'Italia”. Di qui la scelta dello sciopero di oggi che potrebbe essere solo l'inizio di un'intesa fase di mobilitazione qualora l'azienda non si decida a “cambiare radicalmente atteggiamento”. Intanto, sono già in programma un tavolo con il comune di Perugia e con la Regione Umbria e il coordinamento nazionale del gruppo Colussi per il prossimo 27 ottobre a Imperia. “Entro quella data – hanno concluso i sindacati – dovremo avere un nuova proposta da parte dell'azienda, che ci permetta di intavolare una trattativa seria”. Condividi