Bonelli_Angelo.jpg
di Tommaso Vaccaro (da www.dazebao.org) FIUGGI – Nel giro di qualche ora, la battuta sulla “scissione dell’atomo che entra persino nella casa della Federazione dei Verdi”, si è già inflazionata tanto nella rete quanto nella carta stampata. Eppure questa formula descrive in maniera abbastanza esaustiva quanto sembra stia per accadere nel ‘Sole che ride’ italiano. La vittoria a sorpresa di Angelo Bonelli al Congresso svoltosi a Fiuggi nel week-end, apre infatti una fase nuova per la formazione ecologista, guidata fino al 2008 dall’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che all’assise non era presente. Il 47enne, ex consigliere regionale del Lazio, ex capogruppo alla Camera dei Verdi, è diventato presidente ottenendo 245 voti contro i 231 di Loredana De Petris, la favorita alla successione di Grazia Francesca, la portavoce uscente dei Verdi italiani. La mozione di Bonelli, quella di minoranza, sostenuta dall’area del “pannelliano” Marco Boato, conquista la maggioranza dei delegati al Congresso, in un fine settimana di fuoco, segnato da scontri al limite della rissa. Il colpo di scena finale segna la definitiva spaccatura, quasi a metà, del partito (da una parte l’area “sinistra” di De Petris, Cento, Francescato, Mattioli e Frassoni, dall’altra i “destri” di Bonelli e Boato) e il cambio di rotta della Federazione verde. L’appuntamento congressuale è stato presentato sin dall’inizio come un referendum interno al partito sulla prosecuzione o meno del progetto di Sinistra e Libertà, la formazione “macedonia” formata dal Partito Socialista, da Sinistra democratica e dagli “scissionisti” di Rifondazione comunista e Pdci. In questo senso, l’investitura di Bonelli alla guida dei Verdi presagisce un inversione di marcia ad “U”, con l’abbandono definitivo dei “sinistri” compagni, per imboccare il percorso dell’autonomia politica, in salsa francese o tedesca. Con la nuova cordata alla guida del partito ecologista vince, infatti, quella posizione che sostiene lo smarcamento culturale e politico dei Verdi dalla destra ed dalla sinistra. Una metamorfosi del “sole che ride”, in realtà già sperimentata in numerosi altri paesi europei dove l’esperienza verde sceglie di volta in volta le proprie alleanze elettorali. Non disprezzando, ovviamente, il conservatorismo di destra, il riformismo socialdemocratico o la sinistra radicale. L’opzione Bonelli-Boato, accolta molto positivamente dal radicale Marco Pannella il quale si è presentato a sorpresa all’assise di Fiuggi, chiude, o per lo meno, ridimensiona ulteriormente i sogni di gloria degli ideatori di Sinistra e libertà, alle prese tra l’altro con l’autonomismo socialista di Bobo Craxi, in polemica con il Ps di Riccardo Nencini. Il quotidiano verde ‘Terra’ parla già di “pietra tombale” sull’esperienza unitaria di SeL. Ma visto il turbolento Congresso e l’inaspettato ribaltamento delle previsioni, non si esclude un’ennesima scissione dell’atomo – politica, s’intende – con l’ex leadership del partito (fortemente sostenitrice del progetto Sinistra e Libertà) che potrebbe abbandonare la Federazione ecologista già nelle prossime ore. Condividi