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Creiamo una seria discussione? Auspicabilmente con il contributo di tutti. La proposta viene dal Teatro di Sacco. Per una possibile riflessione comune sui comportamenti e le linee guida delle politiche culturali in Umbria, prendendo ad esempio le recenti decisioni dell'Assessorato alla Cultura di Città di Castello riguardo alla gestione della locale stagione teatrale presso il Teatro degli Illuminati, abbiamo posto ad alcuni amici e colleghi tifernati la seguente.... domandina politicol cultural: cari amici, ma sui comportamenti un tantinellino contraddittori del Comune di Città di Castello, che prima - anni '90 - lascia coraggiosamente il circuito del teatro stabile umbro per una politica culturale autonoma, poi spende un sacco di soldi per aprire una scuola di teatro e creare una compagnia professionale, quindi fa fuori la Valeria Ciangottini, indimenticata figurina finale della Dolce Vita, cioè la direttrice che il Comune aveva inviato a fondare la scuola di cui prima, poi affida di colpo senza discussione il teatro a Davide Riondino, sempre poco amato nella città, successivamente valorizza significativamente una realtà teatrale locale con buoni finanziamenti, infine consente che prendano corpo delle iniziative organizzative sul teatro municipale da parte di forze locali, tra l'altro formatesi nella scuola teatrale voluta proprio a questo scopo dal Comune, e infine - coup de gran teatre - affossa tutto dall'estate all'autunno 2009, tornando all'ovile, ovvero ritornando membro assai pagante del teatro stabile umbro, e allontanando tutti i tifernati neanche inserendoli nella stagione!!!, e per di più tutto questo dopo avere - il sindaco Cecchini anni fa allora assessore culturale della Provincia - criticato aspramente il direttore dello stabile umbro e la sua politica di accentramento.... Ma insomma, su tutto questo ribaldo ribaltone, voi Casteleni, gli artisti, gli operatori culturali, gli Umbri, noi, non vogliamo dire niente? Wiva l'Umbria ---------------------------------------------------------------------------------------------- Abbiamo inviato questa lunga e capziosa domandina a 29 amici e colleghi tifernati ottenendo: 2 rifiuti secchi a non voler essere coinvolti 2 risposte generiche senza altri commenti 6 risposte con motivazioni, di cui 3 ci hanno concesso l’autorizzazione al nominativo e 3 le pubblichiamo anonime per non danneggiare nessuno... strano sembra di stare in una cupola mafiosa! ( potete leggerle più sotto compresi i nomi degli unici 2 che ci hanno autorizzato a nominare le proprie motivazioni) 19 non risposte: il che equivale a dire che circa il 65 % degli artisti tifernati è d’accordo o indifferente rispetto alla politiche sul Teatro degli Illuminati, quindi il Comune di Castello ha sempre avuto ragione! W l’Umbria ---------------------------------------------------------------------------------------------- risposte GIOVANNI PANNACCI Avete stimolato interessanti riflessioni... ne ho parlato con alcuni amici di Città di Castello, i quali mi confermano che in effetti Riondino non era per niente amato in città. Molti rimpiangono la Ciangottini, che io conosco e che considero donna generosa e appassionata. Quanto al resto, bisognerebbe vedere che dicono e come intendano muoversi le realtà teatrali locali... Cari saluti ANONIMO Troppo cose ci sarebbero da dire sul comportamento (spesso subdolo) dell'amministrazione comunale in ambito culturale e non solo. Per quanto riguarda il ritorno all'ovile degli Illuminati si può dire che era quasi inevitabile: è una conseguenza di una cattiva gestione degli anni passati. Riondino era pagato fin troppo per fare il consulente artistico e il teatro durante la stagione era spesso mezzo vuoto, anche se c'erano degli spettacoli che meritavano. Ma non erano solo questi i problemi che affliggevano gli Illuminati, ci sarebbe da fare un bell'elenco, la questione è più complessa. In breve l'amministrazione ha operato questo ritorno nell'ombra, facendo la gnorri ogni qualvolta le si chiedeva direttamente quali fossero le sue intenzioni davanti tali problematiche. Non ha voluto cercare, nè ascoltare, possibili soluzioni alternative: ha scelto la via più breve e facile per la sopravvivenza. ANONIMO 2 Cari voi del Teatro di Sacco, sinceramente non sto tanto dietro a queste questioni anche perchè non ho contatti con i gruppi teatrali di Città di Castello, ad eccezione dell'amico in Comune……. So solo che anche noi con la ……abbiamo tanti problemi e siamo reduci in questi giorni da trattative con Sindaco, Assessori, Amministratori. Il momento è davvero difficile per tutti. Non ci sono soldi per gli insegnanti di…, ma per Morgan e la Mannoia si (e pure tanti!)... E pensare che "cultura" deriva da "colere"=coltivare. Come vedete le contraddizioni non mancano e siete in buona compagnia! ANONIMO 3 Non abbiamo da dire niente.....!?? Ma se stiamo conducendo una campagna contro queste logiche di potere estemporanee mosse meramente da una condizione politica, non senza subire minaccie. Il vero problema è che in una città, dove la consulta alla cultura viene resa partecipe a cose fatte, dove l'opinione pubblica non è adeguatamente informata da giornalisti, (non più tali ma evidentemente asserviti al potere) lontana da tutto il contesto culturale e non solo da quello; dove le ass. culturali sono estremamente frazionate e difficilmente parlano tra loro (tese ognuna a proteggere il misero orticello senza avere una dimensione più ampia), dove non esiste una vera politica culturale e non c'è una classe impreditoriale e politica illuminata che comprende il valore della cultura (a oggi capisce solo quella del calcio), in una città dove la cultura viene dopo tutto il resto e dove le persone preposte alla direzione sono spesso non preparate a tale compito, credetemi non è facile. TEATRO DI SACCO possiamo pubblicare la vs risposta? ANONIMO3 dove? ANONIMO 4 ma che pubblichi! cosi abbattono il teatro e ci fanno un parcheggio, e distruggono la .... e ci fanno un parco giochi,....scherzamo???!!! CLAUDIO BELLANTI Oh si, io la mia parte l'ho fatta eccome....ma gli altri sono morti. Tutti pronti a criticare e poi si abbassano le mutande, ma su questo ho la coscienza tranquilla, quello che avevo da dire l'ho detto agli interessati ed è per questo che io a Castello non faccio e farò mai più niente. Grazie a Dio c'è chi mi valorizza fuori e questo è sufficiente. TEATRO DI SACCO possiamo pubblicare la tua risposta? CLAUDIO BELLANTI certo MAURO SILVESTRINI Leggo con ritardo la mail e vado a rispondere partendo dal fatto che giorni fa alla premiazione dei "Golden Graal" a Roma erano candidati due attori tifernati (David Berliocchi e Valentina Lodovini), entrambi hanno cominciato la loro esperienza nel citato Laboratorio di "Ottobre" con Valeria Ciangottini ed Enzo Aronica: sono solo due esempi dei frutti di quella straordinaria esperienza che si vedono anche dieci anni dopo. Altri tempi, altri sogni: un progetto culturale concreto per la città, il coinvolgimento di professionisti di livello qualitativo elevato e un obiettivo chiaro: formare professionalmente competenze locali per dare alla città una compagnia stabile. Il laboratorio la sua parte la fece e la fece bene a giudicare dai professionisti, nati da quell'esperienza, che oggi operano in tutta Italia. La politica tifernate però decise, nel 2000, per motivi di "spartizione delle noccioline" che non era più interessata al progetto, si verificò comunque l'auspicato distacco dallo stabile, ma. arrivò Riondino. Una scommessa? Un sogno diverso? NO! Purtroppo dietro, evidentemente, non c'era nessun sogno, nessun progetto. o almeno non è stato capito... Oggi alla politica culturale tifernate purtroppo sembra mancare di un progetto, manca la voglia di sognare e di prendersi le responsabilità: si procede cercando di accontentare tutti così nessuno si lamenta. la cosa più triste è che molte realtà non protestano per non perdere "quelle due noccioline" che hanno, oppure, chi ha fatto scelte di qualità, piano piano, ha preferito operare prevalentemente fuori da Città di Castello. Che dire? La situazione mi piace? No, la risposta che mi son sempre dato è però: facciamo cultura, facciamo teatro, non politica! E allora: se a Castello non abbiamo una sede paghiamo l'affitto a Sansepolcro dove costa meno, se a Castello non sono interessati ai nostri spettacoli estivi li portiamo a Norcia o dove ce li chiedono. La scelta fatta dalla mia associazione è stata quella di reggersi sulle proprie gambe, magari facendo meno, ma facendolo senza l'aiuto assistenziale (tra l'altro non dovuto per forza) del comune. In realtà poi, negli anni, non nego che per alcune occasioni siamo stati contattati ed abbiamo collaborato anche con successo (vedi stagione teatro ragazzi o progetti per la biblioteca) e la soddisfazione è maggiore quando ti vengono a cercare. Mi piacerebbe che le realtà teatrali, e culturali in genere, venissero coinvolte di più nella gestione scommettendo su di esse e pretendendo da queste dei risultati, e tengo a precisare che non è una questione economica! E' una questione di partecipazione, di trasparenza e conseguente meritocrazia, di dare e prendersi delle responsabilità. Non mi metterò però per questo a fare la fila davanti agli uffici, cerchiamo di fare prodotti di qualità, e facciamolo per il piacere di farlo. Allora ci verranno a cercare. Prima o poi mi piacerebbe che la politica, una volta tanto, andasse a cercare la cultura anziché essere questa a dover svegliare la prima, che magari non vuole. Ma sono sogni. forse. PS: potete pubblicare la mia risposta. Condividi