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di Giuliano Granocchia Quindici parlamentari di Rifondazione Comunista in Parlamento e lo scudo fiscale non sarebbe mai diventato legge dello Stato. Quindici parlamentari avrebbero fatto la differenza, esattamente come quei pochi punti decimali che sono mancati al raggiungimento del 4% alle ultime elezioni politiche. Un nulla che però avrebbe cambiato le vicende istituzionali del nostro Paese. La sbornia del voto utile, oggi mi auguro passata, ci consegna un parlamento nel quale, quando si decidono le sorti della grande finanza e dei grandi patrimoni illegalmente fuoriusciti dal paese, tutti sembrano uguali. Tale provvedimento è stato varato dal governo per battere cassa, proprio quando la crisi economica in atto sta facendo sentire con virulenza i suoi effetti. Nei piani del Ministero dell’Economia lo scudo dovrebbe fruttare all’erario dai quattro ai sei miliardi di euro, tassando con un’aliquota del 5% i capitali fatti rientrare nel paese.  Si tratta semplicemente di un gigantesco condono. I capitali che rientreranno in Italia, infatti, sono, nella migliore delle ipotesi frutto di evasione fiscale. Denaro sonante che è stato fatto fuoriuscire illegalmente dal nostro paese per evitare di pagare le tasse dovute. Si calcola che dall’Italia siano fuoriusciti negli ultimi anni circa 600 miliardi di euro, tutti transitati nei paradisi fiscali o nei centri off-shore, dove una volta ripuliti hanno contribuito ad innescare l’attuale crisi. Un’impressionante somma di denaro pronta a fare il suo ingresso trionfale in Italia. Con lo scudo fiscale cadrebbe l’obbligo per gli intermediari finanziari di segnalare le operazioni sospette di riciclaggio. La ciliegina sulla torta sono le pratiche per il rimpatrio dei capitali che non potrebbero essere utilizzate come prove nei procedimenti penali in corso. E’ inutile sottolineare che saranno proprio i grandi gruppi criminali a godere dei benefici dello scudo, vedendosi consegnare le chiavi del controllo dell’economia legale del nostro paese. Questa sostanziale amnistia è un’ulteriore conferma di come questo governo abbia nel proprio DNA la predisposizione a condonare le azioni dei furbi, dismettere il principio di legalità, di far pagare la crisi a chi non l’ha prodotta cioè alle lavoratrici e ai lavoratori. La vicenda parlamentare che ha consentito il varo di questo mostro legislativo ci parla, infine, di precise e pesanti responsabilità politiche di settori dell’opposizione che fanno capo al PD e all’UDC che con le loro assenze ingiustificate ed ingiustificabili hanno di fatto dato il via libera al decreto legge. Mancanza di responsabilità politica ed istituzionale? Sostanziale accondiscendenza rispetto ai contenuti della legge? Pressioni delle potenti lobbies che hanno voluto il provvedimento? Tutto ciò, ribadisco, oggi più che mai, dimostra la necessità di una opposizione vera e di sinistra che solo una forza come Rifondazione Comunista può garantire. Lo sanno bene sia il PDL che il PD ed è per questo che stanno preparando un’ulteriore legge elettorale truffa che estenderebbe lo sbarramento del 4% anche alle elezioni amministrative. Non bisogna consentirlo. Faccio un appello a tutti gli elettori di sinistra che non si sentono rappresentati da questo parlamento ma anche a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della democrazia italiana affinché non si consenta la scomparsa della giustizia sociale dalla politica italiana e di non accettare che questo bipolarismo diventi regime, mandando definitivamente in poltiglia la democrazia italiana. Condividi