MESSINA - Negozi chiusi e saracinesche abbassate in tutta la città: Messina si appresta a celebrare l'addio alle vittime dell'alluvione che ha colpito la zona a sud della città il primo ottobre. Nella cattedrale, dove fra poco l'arcivescovo Calogero La Piana celebrerà le esequie è già cominciato l'afflusso di familiari e amici delle vittime, che si aggirano tra le 21 bare avvolte nel tricolore poste ai piedi dell'altare. Su ogni feretro cuscini di fiori rossi e le foto delle vittime. Fuori, intanto, sono già alcune centinaia le persone che si sono radunate per dare l'ultimo saluto ai morti. Saranno presenti, tra le autorità, anche il premier, Silvio Berlusconi, il presidente del Senato, Renato Schifani, in rappresentanza del capo dello Stato, e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Proclamata la giornata di lutto nazionale, sollecitata nei giorni scorsi dal sindaco, Giuseppe Buzzanca, e dallo stesso vescovo.
Ieri sera oltre un migliaio di persone ha reso omaggio alle vittime con una veglia funebre. In cattedrale sono state portate 21 bare, tutte avvolte nella bandiera tricolore tranne una, quella di una donna romena, con la bandiera del suo paese. I familiari di altre sei vittime hanno preferito esequie in forma privata, mentre deve ancora essere riconosciuto il cadavere di uno dei morti estratti dalla macerie. Durante la veglia momenti di intesa commozione, sopratutto tra i familiari delle vittime.
Intanto si leva la voce del comitato formatosi tra i cittadini colpiti dal disastro: chiedono che le nuove case non vengano costruite altrove. "Gli abitanti e i commercianti di Scaletta, Giampilieri, Altolia e degli altri villaggi colpiti dal nubifragio nel Messinese non vogliono aver costruite case in posti diversi e preferiscono tornare dove hanno vissuto per tanti anni", spiega Ernesto Fiorilo, presidente nazionale di Consumatori Associati e presidente del comitato. "L'alluvione di Messina - aggiunge - è un evento totalmente diverso dal terremoto dell'Aquila e richiede interventi differenti. La ricostruzione delle case e dei negozi deve avvenire nei villaggi di origine per non cancellare queste realtà e deve essere affidata alle imprese locali per rilanciare l'economia. Gli imprenditori infatti devono essere aiutati subito perché altrimenti le attività commerciali rischiano di scomparire per sempre".
"Non vogliamo inoltre più sentire dire - prosegue Fiorillo - che la colpa di tutto è dell'abusivismo edilizio perché la causa esclusiva della tragedia è la mancata attenzione di chi doveva prevenire il dissesto idrogeologico, già dopo l'alluvione disastrosa del 2007 e la frana del 2008, e invece, ha ignorato il problema".
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