BERNA - Quattro manager di Mediaset saranno presto oggetto di un'inchiesta formale in Svizzera per riciclaggio. Lo ha reso noto la portavoce del ministero della Giustizia elvetico.
I magistrati elvetici avrebbero intenzione di procedere la prossima settimana: l'ipotesi di reato sarebbe riciclaggio di denaro, in collegamento con la compravendita di diritti televisivi per importi 'gonfiati'. Secondo quanto riporta l'Associated Press, dopo anni di indagini su Mediaset, ora i giudici svizzeri potrebbero formalizzare le accuse, e le prove raccolte oltreconfine potrebbero aiutare le inchieste italiane parallele che stanno per ripartire dopo la bocciatura del lodo Alfano.
L'inchiesta in Svizzera è infatti un filone di quella sui fondi neri Mediaset, relativa all'acquisto di diritti tv su film americani prima del 1999 attraverso società offshore, con importi modificati in modo da frodare il fisco. Le autorità elvetiche avevano cominciato a collaborare con i magistrati italiani nel 2002, e tre anni più tardi hanno congelato conti in banca per oltre 150 milioni di franchi svizzeri (circa 100 milioni di euro).
Mediaset ha diffuso una nota in cui si legge: "In merito a notizie di stampa odierne che annunciano nuove inchieste della Procura federale svizzera, Mediaset ribadisce la propria estraneità ai reati ipotizzati e precisa che nel cosiddetto processo Mediatrade è semmai parte lesa". "Mediaset - prosegue la nota - non ha mai accantonato fondi neri nè in Svizzera nè in alcun altro paese. E ha interrotto qualsiasi rapporto con i manager coinvolti nelle indagini. Invitiamo pertanto a evitare interpretazioni distorte che danneggerebbero ulteriormente la reputazione della nostra società".
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