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di Pierucci Eugenio Come c’era da attendersi, al giudizio di illegittimità pronunciato dalla Corte Costituzionale riguardo al “Lodo Alfano” hanno fatto seguito innumerevoli prese di posizione rispetto alla quali non abbiamo difficoltà a ad esprimerci. Su quelle di provenienza centro destra, tutte arroccate in difesa dei privilegi del Cavaliere che ci governa e che lo vorrebbero collocato su un piedistallo ad almeno due spanne di altezza rispetto a noi comuni mortali, non ci piove: sono ridicole. Che dire altro rispetto a quanto aveva affermato a chiare note il parlamentale ed avvocato di fiducia del premier, Nicolo Ghedini,nell’orwelliana arringa pronunciata davanti alla Consulta? Per il capo del governo – aveva argomentato - vale la stessa legge dei comuni cittadini, ma per lui deve essere applicata diversamente. Come dire può anche avere commesso dei reati, ma mica lo possiamo giudicare come si fa per tutti gli altri! Per quanto riguarda quelle provenienti dal centro sinistra non condividiamo certamente la posizione del PD che fa finta di nulla, limitandosi ad una difesa d’ufficio del Presidente della Repubblica, Napolitano. Quanto a Berlusconi lo si critica per le sue intemperanze verbali, al pari di Bossi, ma guai ad accennare alla possibilità che se ne debba andare, perché si tratta, come sostiene anche il buon Casini, solo di un giudizio giuridico che non ha alcuna implicazione di carattere politico. Come si vede una presa di posizione, ancora una volta, che non sa né di carne, né di pesce. Molto meglio, tanto per restare nell’opposizione parlamentare, quella dell’Italia dei Valori che, oltre a gioire per la sconfessione di Berlusconi non esita a chiederne le dimissioni. Netta e pienamente condivisibile, invece, la posizione espressa sin da subito dalla costituenda Federazione della Sinistra (Prc-PdCI-Socialismo 2000) che è ugualmente ferma nel chiedere le dimissioni del Cavaliere di Arcore, denunciandone nel contempo la pericolosità per la tenuta delle istituzioni democratiche, chiamando in tutta Italia i cittadini a manifestare davanti alle sedi prefettizie. Il nostro giudizio rimane invece sospeso rispetto a Sinistra e Libertà. E non si pensi maliziosamente che il nostro atteggiamento sia un atteggiamento dettato da pregiudizi nei confronti di questo schieramento politico, più semplicemente attendiamo che qualcuno ci spieghi qual è la sua posizione al riguardo. Ieri sera una cinquantina di dirigenti e militanti che si riconoscono nelle posizioni di Sinistra e Libertà ha manifestato davanti a Palazzo Chigi per chiedere a Berlusconi di lasciarsi processare, ma oggi leggiamo tre dichiarazioni, assai diverse e contraddittorie nei contenuti, rilasciate da altrettanti esponenti di punta di quel movimento: Claudio Fava (Sinistra Democratica) che ha chiesto a Berlusconi di dimettersi; Niki Vendola, governatore di Puglia, che lo smentisce affermando che non deve dimettersi ma solo lasciarsi giudicare; Riccardo Nencini, che solo ieri aveva rimesso la “I” al suo partito che torna così a chiamarsi PSI, che invoca invece un’assemblea costituente per riscrivere le regole e che non accenna né a processi, né tanto meno a dimissioni. Insomma tre teste, tre pareri diversi: come dire poche idee, ma confuse. Condividi