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“La proposta di legge di iniziativa popolare sulla famiglia configura un sistema di servizi sociali parallelo, partendo dall'assunto teorico di un concetto di famiglia che non tiene conto dei soggetti che la compongono e delle loro esigenze”. L'assessore alle politiche sociali, Damiano Stufara, ha iniziato così la sua audizione convocata dalla Terza Commissione di Palazzo Cesaroni per affrontare l'analisi della proposta di legge popolare del Forum delle famiglie intitolata “Disposizioni per la promozione e la tutela della famiglia”. (All'incontro di oggi faranno seguito quelli con gli altri tre componenti dell'Esecutivo di Palazzo Donini competenti per le materie toccate dalla proposta di legge: giovedì 15 ottobre Maria Prodi, giovedì 22 ottobre Maurizio Rosi e giovedì 29 ottobre Vincenzo Riommi). Stufara ha osservato che “alcuni spunti della proposta sembrano interessanti e condivisibili, ma risultano inseriti spesso al di fuori del sistema dei servizi sociali regionali esistenti. È quindi necessario ricomprendere certi interventi all'interno delle politiche sociali della Regione, mettendo però in risalto le politiche di genere, mirate quindi a rispondere alle diverse esigenze di uomini e donne. Questa proposta è tutta incentrata sulla sola famiglia basata sul matrimonio, in contrasto col sistema universalistico a cui fa riferimento il nostro sistema sociale: ad esempio ci sono agevolazioni economiche previste solo per le coppie sposate che dovrebbero essere restituite una volta che il rapporto finisse. Viene infine ignorato il quadro normativo sui servizi per la prima infanzia e vengono previsti servizi per gli anziani che produrrebbero alterazioni per il nostro sistema sanitario. Alcuni interventi proposti, come quelli sulla fiscalità, non sono poi di competenza regionale”. L'OPPOSIZIONE NON CONDIVIDEUna impostazione non condivisa dai rappresentanti dell'opposizione nella Terza Commissione. Secondo Enrico Melasecche (Udc) “il problema è di approccio politico, di come affrontare la questione evitando lo scontro ideologico e cercando di salvare le parti positive e condivise della legge. È quindi fondamentale che la Giunta nel suo complesso (e quindi la presidente) si confronti con la propria maggioranza per decidere quale atteggiamento tenere per evitare di perdere due mesi di tempo tra audizioni e discussioni senza concludere nulla, arrivando alla fine della legislatura senza aver approvato una normativa sulla famiglia di cui si sente la necessità”. Enrico Sebastiani (FI–Pdl) ha evidenziato e ribadito la necessità, come già deciso dalla Commissione nella scorsa riunione, di “tenere separate la proposta di legge sulla famiglia dal disegno di legge sulle coppie di fatto: non si tratta di predisporre provvedimenti sulle politiche di genere o di creare un sistema sociale parallelo, ma solo di tutelare in modo autentico la famiglia fondata sul matrimonio. I quattro assessori coinvolti dovrebbero elaborare un approccio condiviso da tutto l'Esecutivo su questa proposta di legge”. Per Alfredo De Sio (An–Pdl), infine, “la proposta del Forum delle famiglie non prefigura un sistema parallelo di servizi sociali, ma propone una declinazione di interventi particolari e risorse aggiuntive mirati alla tutela della famiglia”. Condividi