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“Le decisioni della Corte costituzionale, come le dichiarazioni del Presidente della Repubblica possono essere condivise o non, ma non possono certo essere oggetto di attacchi e accuse improprie e scomposte”. Il presidente del Consiglio regionale dell’Umbria, Fabrizio Bracco, interviene sulle polemiche seguite alla dichiarazione di illegittimità del “Lodo Alfano” da parte della Consulta, e sottolinea che “in un regime liberaldemocratico, in una Democrazia fondata su una Costituzione che riconosce e interpreta ruoli e funzioni degli organi di garanzia dello Stato, la delegittimazione degli stessi comporta la conseguente, pericolosa e grave delegittimazione dell’intero sistema costituzionale”. Secondo il presidente del Consiglio regionale sono gli organi di garanzia e la divisione dei poteri che “differenziano le democrazie liberali (basate sulla tutela di tutti i cittadini) dalle democrazie popolari – o meglio populiste - le cui decisioni sono prese senza la tutela di chi non le condivide”. “Nelle democrazie costituzionali e liberaldemocratiche – spiega Bracco - le forme attraverso le quali si assumono le decisioni sono in grado di garantire tutti: ogni cittadino, ogni soggetto politico, ogni soggetto istituzionale. E il rispetto sostanziale della Costituzione – aggiunge - il corretto atteggiamento dei rappresentanti delle istituzioni, assieme alla rigorosa applicazione della nostra Carta è il principale e più efficace antidoto a quella che Tocqueville definiva ‘dittatura della maggioranza’. La Democrazia – conclude Bracco - non corrisponde, infatti, al solo potere di una maggioranza, ma, come ammoniva Popper, è il ‘delicato gioco di contrappesi capaci di stabilire delle garanzie reciproche, incrociate e diffuse’”. Condividi