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ROMA - La Consulta ha bocciato il 'lodo Alfano', che pure era stato firmato da Napolitano, per violazione dell'art.138 della Costituzione, vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal 'lodo' per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato). Il 'lodo' è stato bocciato anche per violazione dell'art.3 (principio di uguaglianza). Il Capo dello Stato, che si appresta a firmare anche il nuovo "condono fiscale", è servito. L'effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset. La decisione della Corte Costituzionale di dichiarare l'illegittimità del 'lodo Alfano' sarebbe stata presa a maggioranza. Il 'verdetto' è stato ufficializzato dalla Consulta con un comunicato. IL COMUNICATO DELLA CONSULTA "La Corte costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimità costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma" LE MOTIVAZIONI Le motivazioni della decisione della Corte si conosceranno solo tra qualche settimana, quando il giudice relatore, Franco Gallo, le avrà messe nero su bianco per poi sottoporle nuovamente al voto dei giudici in camera di consiglio. La decisione è stata presa a maggioranza con uno scarto - secondo quanto si è appreso - che sarebbe stato di 3 voti (9 per la bocciatura e 6 contro). In sostanza - viene spiegato da fonti qualificate - la Corte ha dichiarato illegittimo il 'lodo Alfano' perché, nel sospendere con legge ordinaria i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato, ha creato una differenziazione di trattamento tra cittadini (violazione art.3 della Costituzione) che può essere compiuta solo con una legge costituzionale (art.138). La Corte ha quindi accolto le più importanti questioni di legittimità sollevate dai magistrati di Milano dinanzi ai quali il premier è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills e per reato societari nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset. La Consulta ha invece dichiarato inammissibile il terzo ricorso, proposto dal gip di Roma, chiamato a decidere se archiviare (come chiesto dalla procura) su Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura. BOSSI, ANDIAMO AVANTI, NON CI PIEGANO "Andiamo avanti, non ci piegano". Umberto Bossi, prima di entrare in una riunione del gruppo della Lega, commenta così la decisione della Consulta sul Lodo Alfano. E parla del suo incontro, concluso poco fa, con Silvio Berlusconi. "Nemmeno lui vuole le elezioni anticipate - dice - L'ho trovato forte e questo mi ha fatto molto piacere, l'ho trovato deciso a combattere". "Se si ferma il federalismo facciamo la guerra", ha detto ancora Bossi. BONAIUTI: SENTENZA POLITICA, BERLUSCONI VA AVANTI "E' una sentenza politica, ma il presidente Berlusconi, il governo e la maggioranza continueranno a governare come, in tutte le occasioni dall'aprile del 2008, hanno richiesto gli italiani con il loro voto". Paolo Bonaiuti, portavoce del presidente del Consiglio, interviene così, con una nota, sulla decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'incostituzionalità del Lodo Alfano. Condividi