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ROMA - "La legge 29 del 96 fornisce uno strumento utile a favorire la creazione d'impresa". Così l'assessore al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili della regione Lazio Alessandra Tibaldi, ha illustrato a LABITALIA la legge regionale che finanzia i progetti di impresa di persone in mobilità licenziate da imprese in crisi nel corso della puntata di ieri di 'Okkupati', il magazine settimanale sul mondo del lavoro prodotto dalla Palomar e frutto di una convenzione tra Rai Tre e regione Lazio, che è andata in onda alle 12,55. "Con un finanziamento a fondo perduto -ha spiegato- si dà la possibilità a chi si trova in mobilità o a chi è disoccupato di iniziare un lavoro in proprio. La legge è stata rifinanziata per l'anno in corso con la somma di 1.428.000 euro". "A partire dal 2007 fino ad oggi -ha continuato l'assessore Tibaldi - sono stati finanziati 104 progetti di impresa, la maggior parte con somme vicine ai 100.000 euro. La somma erogata dipende infatti dalla tipologia del progetto e soprattutto da quante persone vengono impiegate. Proprio in questo momento di grave crisi che colpisce il nostro territorio la legge 29 si dimostra essere una buona opportunità per far ripartire il sistema economico". Protagoniste del servizio di 'Okkupati' che parla dell'iniziativa della regione Lazio sono state Mercedes e Graziana che hanno aperto il loro punto vendita di prodotti di panificeria da poco meno di un anno. Dopo essere state licenziate dalla cooperativa per la quale lavoravano ed essere state messe in mobilità, esse si sono rivolte al centro per l'impiego di Genzano, paese nel quale risiedono. Al centro per l'impiego hanno ottenuto delle informazioni preziose che si sono rivelate fondamentali per il loro futuro, ossia che la regione Lazio attraverso l'articolo 12 della legge 29/96 finanzia i progetti di impresa di persone in mobilità. Mercedes e Graziana hanno presentato il proprio progetto di impresa alla regione Lazio e dopo un anno hanno ottenuto il finanziamento a fondo perduto di 15.000 euro. Nel periodo intercorso tra la presentazione della domanda e l'elargizione dei fondi, le due amiche non sono rimaste con le mani in mano, hanno deciso che la loro attività doveva partire al più presto e hanno chiesto un prestito alla banca locale che, senza troppe storie, glielo ha concesso. Le due colleghe di lavoro hanno potuto portare avanti la propria professione, legata alla lavorazione e alla vendita di prodotti di panificeria, non solo come dipendenti ma anche come imprenditrici. Il loro progetto prevedeva l'apertura di un punto vendita di prodotti da forno che valorizzasse le produzioni locali: dal pane alle ciambelline al vino la maggior parte delle delizie proviene da Genzano e dalle zone limitrofe. Questo è un aspetto importante per un progetto di impresa: pensare al proprio impiego e, possibilmente, al rilancio della filiera produttiva locale. (fonte: Adnkronos/Labitalia) Condividi