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Si spostava continuamente tra Emilia Romagna e Umbria ma anche in altre località del centro-Italia, Rocco Varanzano, il muratore disoccupato di 41 anni fermato oggi perché sospettato di avere investito e ucciso il maresciallo dei carabinieri Andrea Angelucci. Un randagio lo hanno definito gli investigatori che hanno parlato di ''solida certezza'' del quadro accusatorio a suo carico. Nato in Germania, la sua famiglia era originaria del sud Italia. Uno dei fratelli di Varanzano risiede in uno dei centri della provincia di Perugia dove anche l'uomo di tanto in tanto risiedeva. I due non avevano comunque rapporti. L'uomo si vedeva inoltre con una donna che vive nel capoluogo umbro. In passato Varanzano, più volte inquisito in passato, era stato sottoposto anche alla misura della sorveglianza speciale ma pare al momento non era sottoposto a obblighi di alcun tipo. Per risalire a lui i carabinieri hanno attivato una sinergia tra tutti gli apparati investigativi del comando provinciale di Perugia guidato dal colonnello Carlo Corbinelli, con rinforzi giunti anche da Roma. I militari - coordinati dal sostituto procuratore Manuela Comodi - hanno lavorato per tutta la notte. In particolare a portare gli investigatori al nome di Varanzano è stato un telefono cellulare a lui riferibile trovato in un'auto rubata e abbandonata in provincia di Cesena. In un bar della stessa località, l'uomo era stato notato da alcuni testimoni pochi minuti prima del furto della Ford Focus poi abbandonata a Colfiorito. Incrociando tutti questi elementi gli inquirenti sono risaliti al sospetto. Gli investigatori non hanno alcun dubbio che Varanzano sia coinvolto nel tentativo di forzare un posto di blocco a Foligno e nel successivo investimento del maresciallo Angelucci. Condividi