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NORCIA – La città di San Benedetto sempre più punto d’incontro di persone provenienti da diversi ambiti culturali, etnici, religiosi e geografici; sempre più ospitale e aperta a scambi ed interazioni. Il II° congresso mondiale di psichiatria culturale, in corso proprio questi giorni a Norcia, “è una delle massime espressioni di multiculturalità”. A sostenerlo è Goffredo Bartocci, presidente eletto della World Association of Cultural Psychiatry (Wacp), l’associazione che ha promosso e organizzato l’evento a tre anni dal I° congresso tenuto a Pechino, in Cina. “I partecipanti al congresso sono oltre 250 e provengono da 35 Paesi – fa notare Bartocci - e ognuno di loro rappresenta una risorsa preziosa di scambio interculturale e di crescita per la nostra disciplina. Questi incontri – spiega – grazie agli apporti e alle conoscenze apportate, arrivano infatti a cambiare il nostro modo di fare psichiatria”. Il congresso dal titolo “Cultural brain and living society”, è stato aperto nel pomeriggio di ieri (27), dal saluto di benvenuto del sindaco Gian Paolo Stefanelli, e i lavori proseguiranno fino a mercoledì prossimo 30 settembre. Psichiatri, operatori della salute mentale, scienziati sociali e comportamentali, accademici, professionisti forensi e non, esperti e ricercatori stanno lavorando insieme per aumentare la disponibilità e l’efficacia dei servizi clinici per diversi popoli e popolazioni di tutto il mondo, partendo dal riconoscimento dell’importanza dei fattori culturali sulla vita e sulla salute mentale. Sono una decina le sessioni plenarie condotte da esperti di fama internazionale. A queste, che vengono tenute in varie sale messe a disposizione dal Comune di Norcia (sala del consiglio maggiore, teatro civico, sala Ottobeuren e auditorium del complesso monumentale di San Francesco), fanno da contrappunto una serie di sessioni parallele cui confluiscono numerosi altri contributi scientifici. Tra le sessioni plenarie spiccano quelle che sono state condotte questa mattina da Ronald Wintrob (USA), Marianne Kastrup (Danimarca) e Laurence Kirmayer (Canada), sul tema dell’immigrazione e dell’acculturazione nell’era del terrorismo, ma anche quella tra scienza e fede, tra psichiatria culturale e studio della spiritualità, curata da Robert Littlewood (Gran Bretagna), alla quale farà eco, domani mattina, quella condotta da Andrew Hornblow (Nuova Zelanda) e Joan Obiols-Llandrich (Andorra), sull’intreccio tra la psichiatria e la religiosità contemporanea. Altre sessioni plenarie saranno dedicate agli effetti delle catastrofi sulla salute mentale, tra le minoranze etniche, alla psicoterapia psicodinamica, all’influenza del fatalismo sulla salute mentale, alla schizofrenia, alle neuroscienze e alle loro implicazioni. Una sessione, curata dallo stesso fondatore della Wacp, Wen-Shing Tseng, servirà invece a fare il punto sullo stato dell’arte della psichiatria culturale. “Tutti gli interessati – ha annunciato il presidente Bartocci – potranno prendere visione gratuita degli atti del congresso attraverso la nostra rivista trimestrale, ‘World cultural psychiatry research review’, scaricabile dal nostro sito www.waculturalpsychiatry.org”.     Condividi