cisl scuola.jpg
La Cisl Scuola dell’Umbria, insieme alle altre sigle sindacali di categoria, è scesa in piazza questa mattina davanti all’ITAS “Giordano Bruno” per esprimere appoggio e solidarietà al personale precario, in difesa di una scuola di qualità. La CISL SCUOLA con senso di responsabilità ed equilibro ribadisce il proprio secco “no” ad atteggiamenti strumentali e demagogici, asserviti a logiche politiche che fanno della piazza un uso improprio strumentalizzando le difficoltà delle persone. PERUGIA - La Cisl Scuola dell’Umbria, insieme alle altre sigle sindacali di categoria, è scesa in piazza questa mattina davanti all’ITAS “Giordano Bruno” per esprimere appoggio e solidarietà al personale precario, in difesa di una scuola di qualità. La CISL SCUOLA con senso di responsabilità ed equilibro ribadisce il proprio secco “no” ad atteggiamenti strumentali e demagogici, asserviti a logiche politiche che fanno della piazza un uso improprio strumentalizzando le difficoltà delle persone. A sostenere le ragioni della categoria, il Segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra e i Segretari regionali Cisl Umbria Lucia Diamanti e Claudio Ricciarelli. “Dopo decenni di lavoro precario –ha sottolineato la Segretaria generale regionale Cisl Scuola Ivana Barbacci- non è lecito mettere questo personale sulla strada per ovvie ragioni umane e sociali, ma anche perché a risentirne sarà certamente la qualità del servizio offerto alle nuove generazioni”. Ribadendo che ben 383 contratti a termine non saranno rinnovati (237 insegnanti e 146 Ata) nell’anno scolastico 2009-2010, Barbacci ha poi affermato che questa “cura dimagrante comporterà mancanze di garanzie importantissime per i bambini e i ragazzi che si trovano a dover rientrare a scuola: l’apertura e la chiusura dell’edificio, la vigilanza, la sorveglianza durante le lezioni e la gestione della mensa e dei laboratori. Molte classi saranno troppo affollate per permettere un agevole apprendimento degli alunni ed un proficuo inserimento degli alunni diversamente abili e dei non italofoni”. “L’obiettivo che la Cisl Scuola sta perseguendo –ha continuato con determinazione il numero uno della Cisl Scuola- è quello della stabilizzazione di tutto il personale precario. Per questo il Decreto di intervento del Governo risulta solo un riconoscimento del diritto agli ammortizzatori sociali anche al personale della scuola che finora non ha mai potuto usufruirne perchè appannaggio dei lavoratori privati, e non è visto da noi come risolutivo della questione che sta affliggendo il sistema scuola in Italia e in Umbria. Per la scuola serve un’inversione di marcia rispetto agli investimenti e alla reale valorizzazione delle professionalità che vi operano. Invitiamo la Regione dell’Umbria a valutare la possibilità di mettere a disposizione risorse nuove a sostegno dell’ampliamento dell’offerta formativa delle scuole oggi in grave difficoltà, attraverso l’utilizzo dei precari rimasti fuori. In questo grave momento è auspicabile da parte di tutti coerenza e senso di responsabilità”. Condividi