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di Anna Maria Bruni Le aperture al dialogo da parte industriale, tradottesi nell’incontro di Cernobbio tra Marcegaglia e Epifani (numeri uno rispettivamente di Confindustria e Cgil), sono durate lo spazio di un mattino, andando a infrangersi sul muro eretto proprio dalla stessa parte, Federmeccanica, questa mattina al tavolo per i rinnovi contrattuali dei metalmeccanici. Il primo appuntamento, chiusosi il 26 luglio con la presentazione di piattaforme separate, una da parte di Fim e Uilm e l’altra della Fiom, e con la chiusura netta da parte di Federmeccanica verso le posizioni di quest’ultima, e pronta a trattare solo con gli altri sindacati sulla base congiuntamente riconosciuta dell’accordo separato firmato a gennaio senza la Cgil, si è rivelato la premessa a quello di oggi, con l’aggravante che la Fiom è arrivata al tavolo con una proposta in quattro punti che contiene tutti gli argomenti per aprire una seria discussione. “Tenendo conto della situazione economica che stiamo attraversando”, la Fiom chiede la sospensione “dell’applicazione del sistema di regole definito nell’accordo separato” e, pur tenendo ferme le diverse posizioni in campo, di “operare per la definizione di un nuovo sistema di regole alla scadenza del biennio”, l’apertura immediata di un tavolo sul “blocco dei licenziamenti e lo sviluppo della struttura industriale nel nostro paese”, “una richiesta congiunta al Governo per l’estensione degli ammortizzatori sociali per tutte le lavoratrici e i lavoratori” e, sempre congiuntamente, la richiesta di “defiscalizzazione degli aumenti in Ccnl”, mentre propone una “soluzione transitoria di accordo economico che tenga conto di tutte le piattaforme presentate”. Ma l’apertura della Fiom è stata giudicata dal direttore generale di Federmeccanica Roberto Santarelli “un foglietto bianco con quattro slogan privi di contenuto”. E, girata la pagina, l’associazione degli industriali di categoria ha aperto la trattativa con Fim e Uilm sulla base della piattaforma presentata dai due sindacati, considerata la sola a costituire una base di confronto. La Fiom ha quindi abbandonato il tavolo “perché non partecipiamo al negoziato – chiarisce il segretario generale Rinaldini - sulla piattaforma presentata dalle altre organizzazioni. Abbiamo comunque lasciato al tavolo, come osservatore – fa sapere – un componente della Segreteria nazionale”. Federmecanica valuterà le richieste della Fiom e darà una risposta “prima del prossimo incontro – fa sapere Santarelli – visto che il sindacato ha subordinato la propria presenza a questa risposta”. Ma intanto ha già fissato un fitto calendario di incontri con Fim e Uilm: giovedì 17, mercoledì 23 e martedì 29 settembre. “Consideriamo importante, nella sua gravità, questo elemento di chiarezza”, sottolinea il segretario nazionale Fiom Giorgio Cremaschi. “Gli industriali – denuncia il leader sindacale - non sono disponibili ad alcuna mediazione e perseguono la pura imposizione dell’accordo separato”. Cremaschi insiste su un punto dirimente: “la piattaforma separata di Fim e Uilm non ha il consenso della maggioranza dei lavoratori metalmeccanici”, mentre è ancora in vigore un contratto che gli stessi lavoratori hanno votato. Per questo, già dal primo incontro, Rinaldini ha ventilato la possibilità di azioni legali in caso di disdetta del contratto vigente. Il segretario generale della Fim Beppe Farina, forte delle posizioni di Federmeccanica, alza la voce. “C’è una sola piattaforma e una sola trattativa, la proposta della Fiom è tardiva”, tuona, mentre il leader della Uilm Regazzi continua ad insistere che le nuove regole dell’accordo separato “servono a dare più soldi ai lavoratori”. Lunedì prossimo, 14 settembre, il Comitato Centrale della Fiom si riunirà per decidere le iniziative di lotta in risposta alle scelte di Federmeccanica. Condividi