Sono 24 lavoratori senza stipendio, qualcuno anche da sette mesi. Ieri, la loro esasperazione è sfociata in un gesto eclatante e clamoroso. I lavoratori, dipendenti di due ditte subappaltatrici delle opere stradali sullo svincolo Terni-Orte (E-45), si sono appesi al guard rail del viadotto che proprio loro hanno costruito, minacciando di saltare di sotto. Sul posto sono intervenuti subito carabinieri, polizia e vigili del fuoco che con un autogru hanno raggiunto i lavoratori tentando di dissuaderli. E' stato anche necessario chiudere per un paio d'ore la superstrada sottostante, che collega Terni alla A1. “Ormai i lavoratori sono costretti ad arrivare a gesti estremi come questo per attirare l'attenzione su vicende che sono già di per sé assolutamente drammatiche”, commenta Andrea Farinelli, segretario generale della Fillea di Terni, che ieri è salito sul cavalcavia con i lavoratori, tutti iscritti alla Cgil. “D'altronde – prosegue Farinelli - quando la busta paga non arriva per quattro, cinque, anche sette mesi, allora è inevitabile che i lavoratori cerchino i tutti i modi di ottenere quello che gli spetta”. E quello che gli spetta è esattamente quello che la Fillea Cgil chiede con forza: la regolarizzazione di tutti gli stipendi arretrati. “Ci interessa molto poco – spiega ancora il segretario della Fillea di Terni – che ci sia un contenzioso tra Anas e ditta appaltatrice. Qui va a finire sempre che in queste catene di appalti e in questi scaricabarile, a rimetterci è chi materialmente costruisce l'opera, ovvero gli operai”. In ogni caso è ancora forte l'incertezza sul futuro. Ieri i lavoratori hanno ottenuto un interessamento del prefetto che probabilmente convocherà un tavolo per venerdì 11 settembre. Tavolo al quale dovrebbero sedere sia l'Anas che la ditta appaltante (il consorzio Svincolo Tiberina Scarl). Intanto la Fillea Cgil di Terni chiede che “anche le istituzioni locali intervengano a sostegno dei lavoratori”, i quali, se non dovessero avere risposte, “sono pronti a riprendere la loro lotta in tutte le forme che si renderanno necessarie”. Condividi