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PERUGIA - La dignità dei lavoratori e il loro protagonismo, il valore della contrattazione nazionale e di quella di secondo livello e l’autonomia degli imprenditori e delle loro decisioni dal Governo: a scendere in piazza, questa mattina, davanti alla sede di Confindustria di Perugia i lavoratori alimentaristi, Cgil, Cisl e Uil confederali e di categoria. Un presidio per il rinnovo del contratto degli alimentaristi e uno sciopero di 4 ore dei lavoratori umbri del settore per aziende importanti come la Nestlé, la Colussi, la Mignini, la Sangemini e la Monini, di 8 ore per la Piselli, hanno sostenuto l’iniziativa promossa a livello nazionale. Una mobilitazione che dà seguito a quella del 14 agosto scorso, quando i lavoratori del settore alimentare hanno incrociato le braccia per otto ore. “Obiettivo dello sciopero raggiunto -hanno esultato dal palco- siamo riusciti a bloccare la produzione”. “Si tratta di 118 euro di aumento –hanno fatto sapere i lavoratori che hanno preso la parola sul palco- di istituire un fondo sanitario, integrazioni al salario come l’astensione facoltativa della maternità non retribuita tramite l’istituzione di un ente bilaterale: l’auspicio è di sottoscrivere il nuovo CCNL entro la metà di settembre”. Sul palco i segretari generali regionali della Cgil, Manlio Mariotti, della Cisl, Ulderico Sbarra, e della Uil, Claudio Bendini, assieme ai colleghi di Fai Cisl, Dario Bruschi, di Flai Cgil,Vincenzo Sgalla, e di Uila Uil, Felice Danielli, che hanno sottolineato che “ad essere coinvolti in questa tornata di rinnovo contrattuale sono oltre 400 mila lavoratori, 9 mila in Umbria. La valenza del contratto degli alimentaristi va oltre il rinnovo del contratto stesso: è a dimostrazione dell’efficacia di un cammino comune dei sindacati a vantaggio del raggiungimento dei diritti dei lavoratori”. Condividi