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di Daniele Cibruscola Il rapporto annuale di Legambiente parla chiaro e non lascia margini interpretativi: “Dal 1990 al 2004 – si legge in una nota dell'associazione – l'Italia non solo non è stata in grado di diminuire le emissioni, nel rispetto degli impegni presi a Kyoto, ma le ha addirittura aumentate del 13%”. E tra tutte le regioni italiane, scomponendo i dati del dossier, l'Umbria riesce comunque a “distinguersi”; si legge infatti nel comunicato: ”Dal rapporto emerge che alcune regioni si sono impegnate nel ridurre le emissioni, altre le hanno aumentate di qualche punto percentuale, altre ancora (tra cui spicca in negativo proprio l'Umbria) le hanno aumentate della metà”. Un aumento, nello specifico, del 54.3%. Un aumento, che di fatto non è giustificabile da alcun “boom” economico, industriale o quant'altro, ma che sarebbe principalmente dovuto all'entrata in funzione (nel 2003) della nuova centrale di pietrafitta – un impianto che soddisfa all'incirca un terzo del fabbisogno energetico regionale – e al massiccio impiego del trasporto su gomma. “Preso atto di questi dati – ha affermato ieri Alessandra Paciotto, presidente regionale di Legambiente – è necesario che l'Umbria inverta la rotta - non fosse altro (aggiungiamo noi, ndA) – per superare i ritardi accumulati in questi anni”. Condividi