strada del sagrantino.jpg
PERUGIA – “… C’è grossa crisi!!!”, ma non si sente. Non la sentono perlomeno gli organizzatori della settima edizione di “Tra cielo e terra”, festival sulla “Strada del Sagrantino”, che alla ironica insegna di questo motto, voluto dal direttore artistico sul frontespizio del programma, hanno presentato stamani a Perugia l’iniziativa, nella sede dell’enoteca “Beresapere”, a testimoniare che di arte (teatro, danza, fotografia) si tratta, ma senza dimenticare il legame con il territorio e i suoi prodotti di eccellenza, primo fra tutti il vino. “C’è la crisi”, hanno confermato i sindaci dei soli due comuni, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo, che quest’anno hanno sponsorizzato la manifestazione, trovandosi a fare i conti con la “defezione” di Montefalco e altri (“Speriamo – hanno detto il sindaco di Giano Paolo Morbidoni e di Gualdo Cattaneo Andrea Pensi – che nelle prossime edizioni riusciremo a recuperare gli assenti, che preferiamo considerare solo in ‘stand by’”): ma tant’è, nonostante la crisi, hanno sottolineato, “il fatto che siamo qui sta a testimoniare che riusciamo comunque a tenere in piedi questi eventi. Avrebbe dovuto essere, date le circostanze, un festival ‘di passaggio’, e invece eccoci presenti a cartellone pieno, con una serie di proposte ed iniziative di grande livello, che daranno lustro alla cultura, ai comuni e al territorio”. “È proprio così – ha scherzato il direttore artistico di “Tra cielo e terra” Ciro Masella -, in tempi di crisi siamo riusciti a trovare il meglio che si poteva, ed anzi più del meglio. Dai cocci siamo riusciti a ricomporre un vaso, che è più bello di prima”. Gli appuntamenti di rilievo sono numerosi: da una mostra fotografica di Antonello Turchetti sulla “Donna: singolare, femminile” nella neorestaurata Rocca di Gualdo alle coreografie (in collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria) di Amina Amici (“làmariamàr”) e Ambra Senatore; per il teatro, dal “Sandokan” della compagnia “I sacchi di sabbia” alla “Babilonia Teatri”, fino alla rappresentazione di un nuovissimo testo di Stefano Massini (“il più grande autore italiano vivente”, lo ha definito Masella). Senza dimenticare i giovani talenti umbri, che alla Rocca di Gualdo Cattaneo metteranno in scena un testo di Sergio Ragni, “Storia di una bisbetica”, per la regia dello stesso Masella. “Ma poiché non abbiamo voluto – come ha detto Ciro Masella - ‘arroccarci’ in una cultura che a qualcuno potrebbe sembrare ‘spocchiosa’”, nel programma figurano momenti ludici aperti a tutti come un ciclo di lezioni di tango e serate di ballo “Milonga!”, oltre ad una sezione dedicata ai “fans” del “fitness”, “Open Air Dance”, ovvero il “fitness coreografato” che va alla grande nelle palestre, con tre (garantiti “scatenati”) istruttori-presentatori. “Oggi in tanti ‘tagliano’ sulla cultura – ha detto un polemico Paolo Morbidoni -, perché troppo alto sembra loro il prezzo della cultura. Sarebbe bene però chiedersi (e averne paura) quale sarà a lungo andare il prezzo dell’ignoranza”. “Abbiamo accettato di aderire, perché il festival va nella direzione giusta – ha detto il neosindaco di Gualdo Cattaneo Andrea Pensi -, quella di un’offerta culturale di primo livello, dove il territorio fa la parte di un suggestivo palcoscenico”. Condividi