draghi m..jpg
Enrico Flamini Segretario Provinciale Prc Perugia All’appello mancava solo il governatore di Bankitalia Mario Draghi, che, al meeting di Cl a Rimini, quest’ultimo trasformatosi in un vero e proprio concilio antioperaio, è intervenuto nel dibattito sui salari differenziati, benedicendo decentramento e flessibilità della contrattazione. E ovviamente lo ha fatto dopo le aperture di Epifani e il compiacimento di Bombassei. La proposta di detassare solo il secondo livello contrattuale significa mancata restituzione del fiscal drag e defiscalizzazione di aumenti variabili. Appunto, variabili e legati a produttività e redditività dell’azienda, “compatibilmente con gli andamenti di mercato di quest’ultima”. Insomma, anche sui salari dei lavoratori della provincia di Perugia si scaricherà ancora una volta il peso delle tasse, lasciando impunita l’evasione e favorendo operazioni finanziarie, rendite e profitti. Questo l’obiettivo delle destre nordiste, berlusconiane e confindustriali. Rifondazione comunista ritiene invece che sia del tutto evidente come, in una situazione di crisi così forte, il peso della contrattazione aziendale diminuisce. Per questo occorre, esattamente al contrario di quanto proposto da Sacconi e compagnia, agire sui contratti nazionali e aumentare salari, stipendi e pensioni. Condividi